“Medicina informatica”, i risultati della sperimentazione Cardarelli-Federico II
11 Novembre 2023Primi risultati per la categoria medica e per i pazienti. Una petizione di firme contro la chiusura delle Guardie Mediche”.
Dichiarazione di Luciano Congiu, Segretario Regionale Sardegna Sindacato Medici Italiani (SMI)
Dichiarazione di Luciano Congiu, Segretario Regionale Sardegna Sindacato Medici Italiani (SMI)
Parte dalla Sardegna il rinnovato impegno dello Smi contro la chiusura dei presidi territoriali pubblici della ex guardia medica e che potrebbe allargarsi anche ad altre Regioni italiane.
“Lo sciopero regionale dei medici dell’area convenzionata del 25 e 26 ottobre scorsi ha visto, secondo i dati dell’assessorato, l’adesione di circa 200 medici in tutta l’isola con punte del 36% in Gallura e 33% nel Medio Campidano, del 28% a Sassari, fino al 10 % di Cagliari. Un risultato non scontato per una categoria non inclina allo sciopero, con la parte pubblica e altri sindacati schierati contro la protesta. C’è anche da dire che i medici scioperano sempre con molta ritrosia, perché sentono il peso della responsabilità (e delle possibili conseguenze) del lasciare i pazienti senza assistenza. Per questo erano tanti anni che non si organizzava uno sciopero, ma l’attuale numero di adesioni non veniva raggiunto da molto tempo” così Luciano Congiu Segretario Regionale SMI traccia un bilancio positivo delle due giornate di protesta e indica i prossimi impegni del sindacato.
“A seguito dello sciopero abbiamo ottenuto la disponibilità da parte dell’Assessore regionale alla sanità con una pausa riflessione dagli intenti di chiusura delle Guardie Mediche; un periodo limitato di congelamento delle scelte in questo ambito medico, anche se la volontà di chiusura permane. L’assessore ci ha, quindi, proposto come mediazione una sperimentazione con la chiusura a mezzanotte per solo alcuni presidi di Guardia Medica (meno della metà di quelli previsti inizialmente) con la contemporanea apertura h24 di due sedi di Continuità Assistenziale per ogni ASL. Questa scelta sostituisce la precedente intenzione di chiudere fino dall’inizio a mezzanotte addirittura il 78% delle Guardie Mediche attuali della Sardegna senza alcuna gradualità e possibilità di ritornare indietro sui propri passi nel caso in cui gli svantaggi si fossero rivelati peggiori dei vantaggi.
Quanto ottenuto è particolarmente importante nel momento in cui, a nostro giudizio, (confermato però da quanto già accade in altre regioni) da tali chiusure a mezzanotte della Continuità Assistenziale ne conseguirà inevitabilmente, come già succede per esempio in Lombardia, l’abbandono da parte del personale e quindi lo smantellamento di ben 113 punti Guardia (su 191 attualmente esistenti in Sardegna) a cominciare dalle zone più disagiate. Si avrà, così, la conseguente perdita di un servizio essenziale per la popolazione sarda che verrà così costretta a ricorrere sempre più al 118 e ai Pronto Soccorso Ospedalieri (già in crisi) con un fenomeno a cascata di sovraccarico lavorativo su tutti gli altri comparti, inclusa l’assistenza primaria (medici di famiglia). In tal modo si accentuerà sempre più, la fuga dei medici dal servizio pubblico, soprattutto dalle zone più sfavorite della Regione, dalla medicina del territorio”.
“La parte pubblica, a seguito dello sciopero, ha, inoltre, deciso di stanziare 250.000 euro aggiuntive per l’indennità da corrispondere ai medici per l’erogazione dei vaccini (portando a euro 13,50 lordi il compenso per il 30% dei vaccini erogati, lasciando, però, a euro 6,16 lordi il compenso per il primo scaglione, motivo per cui a differenza di altri sindacati non abbiamo firmato l’accordo dedicato).
Come ulteriore risultato è stato ottenuto il pagamento d’indennità ancora non corrisposte negli ultimi anni in molte ASL dell’isola (per esempio quelle dei vaccini dell’anno scorso e delle quote ponderazione cessati per la provincia di Cagliari).
Il pagamento e il miglioramento di tali indennità erano, infatti, tra le motivazioni dello sciopero organizzato dal SMI. Ma soprattutto è stata finalmente accolta la nostra richiesta (fatta fin dai mesi scorsi) di istituire un Tavolo Permanente per la de-burocratizzazione e la semplificazione della medicina generale”.
“Questi primi risultati, però, li riteniamo del tutto insufficienti per rispondere alla crisi della categoria medica. Abbiamo deciso, pertanto, di mantenere lo stato di agitazione e di lanciare nei prossimi giorni una petizione popolare, con una raccolta di firme, contro la chiusura della continuità assistenziale (ex guardia medica) a mezzanotte.
Petizione per la quale chiediamo la collaborazione di tutti i medici dell’isola, dei pazienti, delle associazioni di malati, dei Sindaci dei comuni sardi, considerando che ogni medico di medicina generale ha 1500 pazienti circa e per la guardia medica il bacino medio di utenza è di 5000 abitanti. Confidiamo nella partecipazione di tanti cittadini che come noi sono preoccupati per il futuro della salute di tutti”.
Quanto ottenuto è particolarmente importante nel momento in cui, a nostro giudizio, (confermato però da quanto già accade in altre regioni) da tali chiusure a mezzanotte della Continuità Assistenziale ne conseguirà inevitabilmente, come già succede per esempio in Lombardia, l’abbandono da parte del personale e quindi lo smantellamento di ben 113 punti Guardia (su 191 attualmente esistenti in Sardegna) a cominciare dalle zone più disagiate. Si avrà, così, la conseguente perdita di un servizio essenziale per la popolazione sarda che verrà così costretta a ricorrere sempre più al 118 e ai Pronto Soccorso Ospedalieri (già in crisi) con un fenomeno a cascata di sovraccarico lavorativo su tutti gli altri comparti, inclusa l’assistenza primaria (medici di famiglia). In tal modo si accentuerà sempre più, la fuga dei medici dal servizio pubblico, soprattutto dalle zone più sfavorite della Regione, dalla medicina del territorio”.
“La parte pubblica, a seguito dello sciopero, ha, inoltre, deciso di stanziare 250.000 euro aggiuntive per l’indennità da corrispondere ai medici per l’erogazione dei vaccini (portando a euro 13,50 lordi il compenso per il 30% dei vaccini erogati, lasciando, però, a euro 6,16 lordi il compenso per il primo scaglione, motivo per cui a differenza di altri sindacati non abbiamo firmato l’accordo dedicato).
Come ulteriore risultato è stato ottenuto il pagamento d’indennità ancora non corrisposte negli ultimi anni in molte ASL dell’isola (per esempio quelle dei vaccini dell’anno scorso e delle quote ponderazione cessati per la provincia di Cagliari).
Il pagamento e il miglioramento di tali indennità erano, infatti, tra le motivazioni dello sciopero organizzato dal SMI. Ma soprattutto è stata finalmente accolta la nostra richiesta (fatta fin dai mesi scorsi) di istituire un Tavolo Permanente per la de-burocratizzazione e la semplificazione della medicina generale”.
“Questi primi risultati, però, li riteniamo del tutto insufficienti per rispondere alla crisi della categoria medica. Abbiamo deciso, pertanto, di mantenere lo stato di agitazione e di lanciare nei prossimi giorni una petizione popolare, con una raccolta di firme, contro la chiusura della continuità assistenziale (ex guardia medica) a mezzanotte.
Petizione per la quale chiediamo la collaborazione di tutti i medici dell’isola, dei pazienti, delle associazioni di malati, dei Sindaci dei comuni sardi, considerando che ogni medico di medicina generale ha 1500 pazienti circa e per la guardia medica il bacino medio di utenza è di 5000 abitanti. Confidiamo nella partecipazione di tanti cittadini che come noi sono preoccupati per il futuro della salute di tutti”.