Medico di famiglia che vo’ cercando invano
12 Novembre 2018Nella città di Napoli diventa acuta la crisi per carenza di medici di medicina generale. Nell’analisi di Michele Di Iorio, presidente Federfarma Napoli, la necessità di un tavolo regionale, allargato all’Ordine dei medici, per realizzare una programmazione efficace.
L’allarme sulla “migrazione” di cittadini costretti a cambiare quartiere per essere accettati da un medico di famiglia stavolta parte dai farmacisti. Ed è un appello firmato da Michele Di Iorio, presidente di Federfarma Napoli, organismo sindacale di categoria che segue passo dopo passo l’attività delle 802 farmacie che lavorano per le Asl Napoli 1 Centro, Napoli 2 e Napoli 3.
“C’è un problema grave che da tempo si affaccia all’orizzonte. In genere ogni farmacia ha clienti abituali che per una serie di motivi si rivolgono quasi sempre allo stesso esercizio.
Controllando le prescrizioni di alcuni clienti che abitualmente si rivolgono alla farmacia del Vomero – spiega Di Iorio – ho notato che alcuni cittadini per il pensionamento del medico di famiglia che li seguiva hanno cambiato addirittura quartiere.
C’è chi, abitando al Vomero, è stato <accettato> da un medico di famiglia che fa studio a piazza Carlo III.
È un problema che rischia di peggiorare con il tempo. Proprio per questo si deve fare ogni sforzo per rimettere il paziente al centro di tutto il sistema assistenziale”.
Colpa di un’organizzazione ancora da perfezionare o la carenza di medici di medicina generale è provocata da corsi di specializzazione che non riescono a rimpiazzare i medici di famiglia che vanno in pensione?
“È un problema che dovremo affrontare con l’Ordine dei Medici e con la Regione programmando un’assistenza ancora più utile e più vicina ai cittadini.
Negli ultimi anni con nuove leggi è cambiato il lavoro del farmacista, così come è sparito il contenzioso con la Regione e con le Asl che fino a qualche anno fa, per i forti ritardi nei pagamenti, costringevano i farmacisti a proclamare agitazioni e scioperi.
Capitolo chiuso perché le farmacie vengono pagate con sopportabile puntualità, anche se in Campania i cittadini continuano a versare per l’acquisto di farmaci il ticket più oneroso d’Italia”.
Dottore Di Iorio il farmacista nota la carenza di medici di medicina generale. Ma nelle farmacie cosa è cambiato?
“Tantissime cose. Col decreto Bersani fu creata la farmacia di vicinato, ossia le parafarmacie autorizzate a fornire ai cittadini i farmaci da banco, quelli che non richiedono prescrizione medica; con il decreto Monti si è innalzato in tutta Italia il numero delle farmacie; poi si è data l’opportunità alle società di capitale di diventare proprietarie di farmacie che vengono gestite da farmacisti dipendenti.
Il tutto con una crisi di mercato che è preoccupante: è diminuito, rispetto al passato, il numero delle ricette che ora vengono controllate dal ministero della Finanze e non più da quello della Salute”.
Ma in un’ Europa a 27 Stati l’Italia è la Nazione dove le medicine costano meno.
“Anche questo rappresenta un problema per le farmacie. In Italia l’Aifa negozia il prezzo del farmaco che è inferiore di circa il 45 per cento rispetto al prezzo medio europeo. Ma nella nostra Nazione anche il riconoscimento di un prodotto da immettere sul mercato europeo costa molto meno rispetto agli altri Stati.
Cosa succede?
Le aziende farmaceutiche sono in fila per ottenere in Italia il riconoscimento dei loro prodotti da immettere sul mercato. Una volta ottenuto il disco verde per la vendita in Italia diventano introvabili tanti medicinali che per motivi solo economici le aziende farmaceutiche decidono di vendere all’estero. E questo per i cittadini e per i farmacisti italiani è un problema serio”.