Michele di Bari, Prefetto di Napoli, nominato Gentiluomo di Sua Santità

Michele di Bari, Prefetto di Napoli, nominato Gentiluomo di Sua Santità

9 Ottobre 2024 Off Di Fabio De Biase

Papa Francesco, in una cerimonia svoltasi sabato 5 ottobre 2024, ha conferito al prefetto di Napoli, Michele di Bari, il titolo di Gentiluomo di Sua Santità, un’onorificenza che rappresenta uno dei riconoscimenti più alti per un laico cattolico. La notizia ha suscitato grande soddisfazione e orgoglio nella città partenopea, dove Di Bari si è distinto per il suo operato istituzionale e il suo impegno nel mantenere la pace sociale, dialogando con le comunità locali e le autorità ecclesiastiche.

Il ruolo dei Gentiluomini di Sua Santità: una tradizione secolare

Il titolo di Gentiluomo di Sua Santità è stato formalizzato con il motu proprio di Papa Paolo VI il 28 marzo 1968, riformando un’antica istituzione della Chiesa cattolica. I Gentiluomini, laici che non appartengono al clero, svolgono un ruolo cruciale all’interno della Casa Pontificia. Essi accolgono e accompagnano le alte cariche dello Stato, gli ambasciatori e altre personalità di spicco durante le loro visite ufficiali al Papa. L’investitura a Gentiluomo di Sua Santità non segue un iter prestabilito ma è frutto di una scelta discrezionale della Santa Sede, spesso destinata a personalità che si sono distinte per particolari meriti verso la Chiesa e la società​.

Questo incarico rappresenta una continuità tra tradizione e rinnovamento: se, in passato, esso era riservato soprattutto ai nobili, oggi viene assegnato a individui che hanno dimostrato eccezionale servizio e dedizione verso la Chiesa e il suo operato. Il titolo è spesso conferito a figure di alto profilo nella società civile, che si sono distinte per il loro impegno a favore del bene comune e per la loro vicinanza alla Santa Sede. I Gentiluomini vestono un abito specifico durante le cerimonie solenni, composto da un frac nero con panciotto e una collana dorata, simbolo del loro servizio e legame con la Chiesa​.

La carriera e il profilo di Michele di Bari

Michele di Bari, nato nel 1958 a Rodi Garganico (Foggia), è un uomo delle istituzioni che ha ricoperto importanti incarichi in ambito amministrativo e di pubblica sicurezza. Laureato in giurisprudenza, ha iniziato la sua carriera come funzionario della Prefettura di Milano nel 1982, ricoprendo successivamente diversi ruoli di responsabilità in varie prefetture italiane. Negli anni ha acquisito una vasta esperienza nella gestione dell’ordine pubblico, delle emergenze e nella tutela della legalità. Prima della sua nomina a prefetto di Napoli nel gennaio 2024, è stato prefetto di Reggio Calabria e Capo del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione presso il Ministero dell’Interno.

Il suo mandato a Napoli è stato segnato dall’impegno per risolvere alcune delle principali criticità che affliggono il capoluogo campano, come l’emergenza rifiuti, la gestione della criminalità organizzata e il potenziamento della sicurezza urbana. Di Bari ha lavorato a stretto contatto con le autorità locali, le forze dell’ordine e le associazioni della società civile per promuovere politiche inclusive e di sviluppo sociale, guadagnandosi il rispetto delle comunità locali. Tra coloro che lo apprezzano particolarmente c’è il parroco don Maurizio Patriciello, simbolo della lotta alla camorra e alle problematiche del Parco Verde di Caivano, che ha più volte elogiato l’operato del prefetto, definendolo “un uomo tra la gente, che conosce le realtà più difficili e non si tira indietro”​

Un ponte tra istituzioni e Chiesa

La nomina di Michele di Bari a Gentiluomo di Sua Santità non rappresenta solo un riconoscimento personale ma sottolinea il forte legame che egli ha saputo instaurare con la Chiesa durante la sua carriera. Oltre alla gestione delle delicate questioni sociali e amministrative, Di Bari ha promosso un dialogo costante con la comunità ecclesiastica e i rappresentanti del Vaticano. La sua nomina rispecchia la stima reciproca che esiste tra il prefetto e le istituzioni religiose, che vedono in lui un punto di riferimento per la tutela dei valori cristiani e il sostegno alle fasce più deboli della popolazione.

Questa onorificenza, conferita in un periodo di profonde trasformazioni sociali e culturali, sottolinea l’importanza di figure laiche che, pur non appartenendo al clero, condividono con la Chiesa un percorso di servizio e testimonianza. Michele di Bari, attraverso la sua dedizione e il suo lavoro, incarna quel modello di laico che, pur impegnato nelle istituzioni civili, mantiene saldo il suo legame con la fede e il servizio alla comunità​

In conclusione, l’investitura a Gentiluomo di Sua Santità è un segno di riconoscimento che premia non solo l’eccellente carriera istituzionale di Michele di Bari, ma anche il suo impegno per la pace sociale e il bene comune, incarnando i valori di giustizia, solidarietà e servizio. Come Gentiluomo, Di Bari continuerà ad accompagnare il Santo Padre e i dignitari in visite ufficiali, rafforzando ulteriormente il suo legame con la Santa Sede, simbolo di una carriera al servizio della comunità e della Chiesa.