Mieloma multiplo, approvato anche in Italia il coniugato anticorpo-farmaco belantamab mafodotin
20 Dicembre 2021Un importante farmaco per i casi politrattati e resistenti ai farmaci in uso per i pazienti con mieloma multiplo, ovvero belantamab mafodotin, è approvato dall’AIFA ed entra in Gazzetta Ufficiale, divenendo così disponibile in regime di rimborsabilità per tutti i centri specialistici che ne fanno richiesta. La comunicazione ufficiale è stata data, in un incontro svoltosi contemporaneamente a Roma e a Milano. La notizia è di primaria importanza per vari motivi, come ha spiegato Michele Cavo, ordinario di Ematologia e Direttore della Scuola di specializzazione in Ematologia dell’Università di Bologna. «Questa forma di immunoterapia risolve un fondamentale unmet medical need dovuto alla mancanza di opzioni disponibili per i pazienti con mieloma multiplo in precedenza esposti, e divenuti resistenti, ai farmaci attualmente in uso i quali, a livello midollare, incidono nel rapporto tra cellule neoplastiche e il microambiente cellulare che le sostiene, ovvero gli immunomodulanti, gli . Numeri importanti che aprono nuovi scenari nella lotta al mieloma multiplo. «I prossimi passi da compiere con belantamab mafodotin riguarderanno la ricerca di altri agenti da combinare con questo farmaco anticorpo-coniugato» riprende Cavo «e ci sono già studi in corso, in cui si stanno valutando varie associazioni. In particolare, nei prossimi trial si valuterà la combinazione con farmaci standard, come bortezomib, lenalidomide, pomalidomide e carfilzomib, ma anche con gli inibitori del checkpoint immunitario, per vedere se è possibile sfruttare la morte cellulare immunogenica per stimolare una risposta immunitaria più duratura. Inoltre sono già in corso studi nel quale il trattamento viene testato in linee sempre più precoce di terapia, sino ad arrivare al trattamento del paziente con mieloma multiplo di nuova diagnosi». Un ulteriore punto di forza è costituito dal fatto che belantamab mafodotin sarà prodotto nello stabilimento GSK di San Polo in Torrile, in provincia di Parma, da dove sarà esportato in tutto il mondo. «È un sito di innovazione e produzione di valore che ha un ruolo importante» sottolinea Maria Chiara Amadei, Amministratore delegato Manifacturing e direttore dello stabilimento GSK di San Polo di Torrile «in diretto contatto con la ricerca e sviluppo principalmente negli USA, ma non solo. Siamo in grado di produrre sia su piccola scala che su larga scala. Questo sito si caratterizza per l’autocontenimento, meccanismo per cui gli operatori sono protetti dalle molecole antineoplastiche particolarmente attive così come queste ultime sono protette da potenziali infezioni provenienti dall’operatore». «La nostra ricerca negli ultimi anni si è concentrata soprattutto sull’immunologia, sulla genetica, sulla genomica funzionale, con il supporto della tecnologia quale l’intelligenza artificiale e il machine learning» afferma Barbara Grassi, direttore medico e scientifico GSK. «Questo sviluppo tecnologico ha rappresentato un punto di svolta, velocizzando la messa a punto di molte pipeline di anticorpi monoclonali per la cura di molteplici patologie. Fermo restando che il nostro obiettivo principale è la qualità di vita del paziente» conclude.