Morgan Robertson, letteratura e profezie
15 Marzo 2023In una notte di premonizione Morgan Robertson scrisse, nel romanzo “The wreck of the Titan,” di una collisione tra il Titan, la nave creata dalla sua fantasia, e un iceberg.
Il 14.04.1912 in una notte terribile, dopo aver toccato il cielo per un ultimo respiro riaffiorando e risalendo in verticale dal mare mostrando la sua effimera potenza, il Titanic si inabissò nel profondo dell’Oceano. Costruita nei cantieri inglesi, la nave era stata realizzata dai costruttori con un ideale di inaffondabilità e confort. Era una città galleggiante riservata, nelle sue caratteristiche, al pubblico dei ricchi. Nell’insieme era l’esaltazione di un’epoca di tecnologia, della Parigi della Tour Eiffel, dell’Art Nouveau e della Esposizione Universale.
Rimarrà incomprensibile, a chi legge, il rapporto tra Titan e Titanic, lo strano appuntamento tra scrittura e realtà, premonizione e constatazione.
Alcuni fatti della vita sono tramandati a lettere di fuoco nell’ eterno presente della storia perché la mitologia ne entra in possesso e il Titanic a pieno diritto e, nel tempo, diviene parte di essa.
Sono interrogativi che rimarranno senza risposta perché così è scritto, purtuttavia, molti avvenimenti sono la conseguenza di trasgressioni, omissioni, illusioni e dell’uso che riserviamo alle cose che ci circondano.
Oggi ci confrontiamo con l’iceberg di una pandemia che ha inginocchiato il mondo. La particolare mutazione di un virus mette in affanno la ricerca, la tecnologia, il cambiamento climatico, gli scongiuri e le isterie dell’ignoranza che crea fazioni e mette a repentaglio, per imprudenza di alcuni, la vita e il benessere di quanti ne constatano dolorosamente l’ambiguità, la fragilità e il sogno proibito della nave perfetta: sistemi perfetti.
Minerva diede a Perseo una spada magica con la quale decapitò la Gorgona e uno scudo lucente nel quale riflettere il suo sguardo, perché decapitata, conservava la sua malvagità nel suo occhio assassino. Un breve aneddoto perché in questa storia leggo, ancora una volta, l’assonanza con quanto stiamo vivendo in questi anni. Uno, due, tre e il quarto booster del vaccino – nulla è certo – con i Corona-virus del mondo. La decapitazione non è certezza della fine. E allora…le regole della convivenza devono essere ispirate alla prudenza: lo sguardo della Gorgona, un frammento del suo Rna, un singolo serpente che fa parte della sua chioma può ancora colpire rendendosi evidente a contagio inoltrato.
Il Perseo moderno avrebbe adoperato la spada delle vaccinazioni, indossato lo scudo della mascherina, della giusta distanza dalla Gorgona-virus e avrebbe seguito l’invito alla prudenza di Minerva: dea della saggezza, dell’ingegno, delle arti e delle scienze. La contagiosità e le varianti del Covid sono il pericolo incombente. I sintomi e la pericolosità, fortunatamente, sono meno gravi, la ricerca scientifica più efficiente ma ricordiamo che, spesso, il fuoco cova sotto le ceneri…