“Moscati” di Aversa, bando chirurgia tutto da rifare
9 Febbraio 2020Per individuare il nuovo primario del nosocomio normanno occorrerà attendere. L’attuale direzione strategica dell’Asl casertana ha annullato l’iter concorsuale.
Si riparte da zero. Con un provvedimento immediatamente esecutivo, pubblicato ieri l’altro in Gazzetta ufficiale(numero 11 del 7 febbraio) l’Azienda sanitaria locale di Terra di Lavoro ha provveduto ad annullare il bando per il conferimento dell’incarico quinquennale di direttore di struttura complessa, per la branca di chirurgia generale, nel plesso ospedaliero di Aversa.
La vicenda concorsuale “abortita” parte da lontano. Una prima delibera (la numero 1397 del 13 novembre 2018) con successivo annullamento parziale del provvedimento (delibera numero 942 dell’otto luglio 2019) dal quale è derivato una prima e sostanziale modifica del bando. A seguire, la delibera numero 574 del 18 dicembre scorso (quella pubblicata ieri in gazzetta appunto) che cancella tutto e mette la parola fine all’iter. Storie di ordinaria amministrazione? Non proprio, o almeno non solo. Perché a leggere la seconda delibera del bando (quella della modifica parziale, per intenderci) si può forse provare a gettare luce sulle ragioni che hanno determinato l’annullamento.
In quella delibera, fa l’altro, fra i requisiti generali, “è richiesta una precedente esperienza lavorativa maturata in una strutture di riferimento a livello nazionale o internazionale. È requisito di preferenza l’esperienza lavorativa in unità operative con ampio volume di casistica eroganti prestazioni caratterizzate da elevata complessità ed innovatività con specifica attenzione a ruoli di responsabilità e di direzione ricoperti, in tali contesti dal candidato”.
Poi i requisiti diventano, per così dire, più stringenti: “Comprovata e documentata esperienza e relativa casistica operatoria, in qualità di primo operatore, in interventi di chirurgia epato-bilio-pancreatica; esperienza comprovata nella gestione operativa del trapianto di fegato dal prelievo all’impianto; documentati rapporti con il Centro Regionale Trapianti e con il Centro Nazionale Trapianti”.
E ancora: “conoscenza della realtà territoriale regionale della donazione degli organi, comprovata capacità di interrelazione con la rete regionale e del Centro-Sud delle rianimazioni, delle U.O. di epatologia e gastroenterologia ai fini di una corretta definizione della lista di attesa. Comprovata e documentata esperienza e relativa casistica operatoria, in qualità di primo operatore, in interventi di chirurgia epato-bilio-pancreatica. Capacità di gestire il nuovo modello di organizzazione aziendale e regionale per il follow-up dei pazienti trapiantati di fegato; comprovata esperienza nella gestione del paziente trapiantato anche in relazione alle nuove terapie farmacologiche per le patologie virali prima e dopo il trapianto”.
Insomma, par di capire, che con questi requisiti più che ad una chirurgo generalista si faccia riferimento ad un esperto di trapianti, segnatamente di trapianti epatici. Caratteristiche dunque che non si conciliano al cento per cento con un reparto di chirurgia generale e che, a voler essere maliziosi, individuano non moltissime figure con queste specifiche caratteristiche. Ma vuoi vedere che all’Asl casertana sono giunti proprio a queste conclusioni? Noi, a rischio di pensar male, confessiamo di averlo ipotizzato. In ogni caso, siccome un primario chirurgo all’ospedale di Aversa necessita, basterà guardare al nuovo bando di concorso per capire come realmente stanno le cose. Se scompariranno i riferimenti trapiantologici … altrimenti, per dirla con Andreotti, abbiamo fatto peccato.