Nascite, in Italia ricorso eccessivo al cesareo

Nascite, in Italia ricorso eccessivo al cesareo

10 Febbraio 2025 Off Di La Redazione

In Italia “si conferma il ricorso eccessivo all’espletamento del parto per via chirurgica. In media, nel 2023 il 30,3% dei parti è avvenuto con taglio cesareo, con notevoli differenze regionali che comunque evidenziano che in Italia vi è un ricorso eccessivo all’espletamento del parto per via chirurgica”. È quanto emerge dal Rapporto sull’evento nascita in Italia, realizzato dall’Ufficio di statistica del ministero della Salute, in cui sono state presentate le analisi dei dati rilevati dal flusso informativo del Certificato di assistenza al parto (Cedap) dell’anno 2023. “I dati denotano comunque una tendenza alla diminuzione in linea con le indicazioni delle Linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo”, precisa il rapporto.

Nel report si parla anche di procreazione medicalmente assistita. “Nel 2023 delle 376.925 schede pervenute, 15.085 sono relative a gravidanze in cui è stata effettuata una tecnica di procreazione medicalmente assistita (Pma), in media 3,9 per ogni 100 gravidanze. A livello nazionale circa il 2,4% dei parti con procreazione medicalmente assistita ha utilizzato trattamento farmacologico. La fecondazione in vitro con trasferimento di embrioni in utero riguarda il 47,7% dei casi mentre la fecondazione in vitro tramite iniezione di spermatozoo in citoplasma riguarda il 35,4% dei casi e il 5,5% il trasferimento dei gameti maschili in cavità uterina”, si legge nel rapporto. “L’utilizzo delle varie metodiche è molto variabile dal punto di vista territoriale. Nelle gravidanze con Pma il ricorso al taglio cesareo nel 2023 si è verificato nel 50,4% di casi. La percentuale di parti plurimi in gravidanze medicalmente assistite (6,9%) è sensibilmente superiore a quella registrata nel totale delle gravidanze (1,5%). Si osserva una maggiore frequenza di parti con procreazione medicalmente assistita tra le donne con scolarità medio alta (5,8%) e tra le donne con età superiore ai 35 anni. La percentuale di parti con Pma aumenta al crescere dell’età, in particolare è pari al 19,2% per le madri con età maggiore di 40 anni”, analizza il report.

Dall’analisi, inoltre, viene fuori che in Italia “il 90,1% dei parti nel 2023 è avvenuto negli Istituti di cura pubblici ed equiparati, circa il 20,1% delle madri sono di cittadinanza non italiana, l’età media della madre è di 33,2 anni per le italiane mentre scende a 31,2 anni per le cittadine straniere. Le aree geografiche di provenienza più rappresentate, sono quella dell’Africa (29,6%) e dell’Unione Europea (17,9%). Le madri di origine Asiatica e Sudamericana costituiscono rispettivamente il 21,0% e l’8,3% delle madri straniere”. Delle donne che hanno partorito nell’anno 2023 “il 42,4% ha una scolarità medio alta, il 22% medio bassa ed il 35,6% ha conseguito la laurea. Fra le straniere prevale invece una scolarità medio bassa (41,2%)”, si legge nel report. L’analisi della condizione professionale evidenzia che “il 60,1% delle madri ha un’occupazione lavorativa, il 23,7% sono casalinghe e il 14,2% sono disoccupate o in cerca di prima occupazione. La condizione professionale delle straniere che hanno partorito nel 2023 è per il 50,1% quella di casalinga a fronte del 67,9% delle donne italiane che hanno invece un’occupazione lavorativa”, evidenzia il report.

 

 

 

 

 

 

Fonte: https://www.doctor33.it/articolo/63481/nascite-in-italia-ricorso-eccessivo-al-cesareo-e-quattro-gravidanze-su-100-con-pma-il-report