Natale, i benefici della frutta secca
24 Dicembre 2023Natale, tra un dolce e l’altro lasciare spazio alla tradizionale frutta secca fa bene alla salute, tra datteri, prugne secche e noci, si fa il pieno di antiossidanti e altre sostanze salutari.
Secondo uno studio pubblicato su Nutrients, le noci migliorano il girovita, i livelli di grassi e di ormone insulina nel sangue, anche senza fare una dieta ipocalorica. I ricercatori del Vanderbilt University Medical Center hanno coinvolto 84 individui di 22-36 anni, in sovrappeso o obesi. I partecipanti presentavano addominale, trigliceridi elevati, colesterolo buono basso, pressione alta o livelli elevati di glucosio nel sangue. Durante il periodo di studio, i partecipanti hanno consumato due volte al giorno un grammo di noci non salate o un grammo di uno snack con la stessa quantità di calorie, proteine, fibre e sodio. Le donne che hanno consumato noci hanno sperimentato una riduzione della circonferenza vita con una differenza media di -2,20 cm rispetto al gruppo dello snack, una tendenza alla riduzione del grasso viscerale. I maschi del gruppo delle noci hanno registrato una riduzione dei livelli di insulina nel sangue.
Tutto il gruppo delle noci ha visto un effetto sul rapporto dei trigliceridi e un aumento del colesterolo buono. Ma non ci sono solo le noci: i datteri, tipici delle feste, sono ricchi di antiossidanti protettivi (polifenoli, carotenoidi e lignani) utili nel gestire il rischio di malattie croniche.
Uno studio sul British Journal of Nutrition ha mostrato che il consumo di datteri potrebbe ridurre il rischio di cancro al colon grazie all’alto contenuto di fibra e polifenoli. Inoltre, potrebbero sostenere la salute delle ossa, infatti sono una fonte di minerali tra cui fosforo, potassio, calcio e magnesio.
Sono anche una fonte di vitamina K. E poi ancora ci sono le prugne: secondo uno studio su The Journal of Nutrition, consumare prugne ogni giorno potrebbe contribuire a ridurre l’infiammazione e a mitigare gli effetti della perdita di massa ossea nelle donne in postmenopausa. Gli esperti hanno visto che con un consumo di 50-100 grammi di prugne al dì, si osservano riduzioni significative di citochine infiammatorie e di cellule pro-infiammatorie. “Questi risultati potrebbero essere attribuiti all’abbondanza di composti bioattivi presenti nelle prugne, tra cui vitamine, minerali, acidi fenolici e polifenoli, che probabilmente agiscono sinergicamente per sopprimere l’infiammazione che promuove il riassorbimento osseo”, dichiara la co-autrice Connie Rogers, PhD, dell’Università della Georgia. Spazio a tutta la frutta secca che dovrebbe diventare una costante della dieta quotidiana anche a piccole dosi.