Nei padiglioni della Federico II mancano i distributori di bibite

Nei padiglioni della Federico II mancano i distributori di bibite

26 Luglio 2022 0 Di La Redazione

“Egregia redazione, vi scrivo questa lettera per far emergere un’insostenibile ed indegna condizione che si presenta in un ospedale Napoletano. Sono un paziente che necessita di una visita ambulatoriale e vorrei condividere con voi la mia esperienza e i miei pensieri di una semplice visita al Policlinico Federico II di Napoli. 

In fila ad aspettare il turno nell’ambulatorio ne approfitto e cerco un punto ristoro, un distributore, ho sete perché ci saranno 40 gradi e si boccheggia. Giro tra i corridoi ma niente! Chiedendo a un dipendente il quale mi racconta che è da un po’ di mesi che i distributori sono stati rimossi e la direzione generale non provvede ad assegnare la gara ad un’altra azienda. Incredulo e rassegnato mi chiedo come sia possibile che in un complesso ospedaliero così grande come il policlinico dove ogni visita diventa l’avventura di una vita non siano previsti i distributori, almeno per l’acqua.

Per me è inammissibile che in un contesto sanitario dove la parola d’ordine dovrebbe essere prendersi cura del paziente, mancano i fondamentali dell’accoglienza! Non viene offerta neanche la possibilità di acquistare uno snack oppure semplicemente bere un po’ d’acqua. Non è che si pretenda che l’acqua sia regalata, ma almeno che sia data la possibilità di acquistarla. L’acqua che è il bene primario che non deve mancare a nessun essere umano mentre qui al policlinico viene eliminata. Tra le mura di questa azienda si sospendono i diritti umani basilari.

S’innalza la temperatura, le persone che mi circondano sono in palese difficoltà e a me sale la rabbia per queste condizioni disumane. Mi chiedo se dovessi svenire, se qualcuno avesse un malore di chi sarebbe la responsabilità? Chiedo del bar, mi dicono che c’è, ma è troppo lontano da raggiungere a piedi e poi come potrei attendere il mio turno, rischio di finire per ultimo e questa odissea dovrà pur aver fine. Per adesso voglio condividere i miei pensieri nell’attesa di uscire da questo girone infernale, ma certo scriverò in direzione sanitaria e generale denunciando il trattamento inumano che viene riservato ai pazienti di questa struttura ospedaliera.

Saluti un Paziente”