Nicola Gagliardi: “Arrivare lontano è difficile, serve forza di volontà”
25 Giugno 2022Il basket è l’unico sport che tende al cielo. Per questo è una rivoluzione per chi è abituato a guardare sempre a terra. (Bill Russell)
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un maestro della palla a spicchi: Nicola Gagliardi.
La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Io alleno presso la Polisportiva Matese, mi occupo di pallacanestro e sono direttore tecnico. Sono capo allenatore della Serie D, responsabile minibasket e vice allenatore in Under 19. L’anno scorso ci siamo fermati ad ottobre tra zone rosse e molti contagi, i campionati sono stati interrotti per poi ricominciare a fine febbraio. Come società abbiamo deciso così di rinunciare a tutti i campionati, abbiamo ripreso le attività a fine maggio organizzando centri estivi con il patrocinio del Coni EduCamp. A giugno abbiamo programmato poi la nuova stagione. Quest’anno, come tutti ,tra tamponi e vari documenti da preparare e inviare alle squadre prima della gara non è facile anche con la preoccupazione che qualcuno possa risultare positivo al Covid-19. Siamo stati primi per tutta la stagione, perdendo l’ultima gara di campionato. Ora tra qualche giorno inizieranno i playoff per andare in Serie C.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Riguardo allo sport minore, la FIP ha dovuto annullare la scorsa stagione. Come federazione decisero di chiudere anzitempo e iniziare a programmare per la stagione 2021-2022. E’ stata la prima federazione a prendere questa decisione. Poi, pian piano, tutti i campionati sono partiti, sia i seniores, sia le giovanili ma anche il settore del minibasket.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? O si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Io mi sono avvicinato a questo sport perché un mio amico lo praticava, i miei genitori volevano che lo praticassi, una volta entrato non sono più uscito. E’ stato amore a prima vista. Da un semplice gioco oggi è la mia vita, la mia professione. Oggi a tutti i bambini dico: fate sport, sport è droga positiva, ci sono tanti valori come condividere un qualcosa insieme e questo significa capacità di aggregazione.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
La forza di volontà conta, conta parecchio. Arrivare lontano è difficile, pesante alcune volte, bisogna stare concentrati perché il cadere è un attimo, ed ecco qui che subentra la forza di volontà, il desiderio di andare avanti e di superare tutte le difficoltà del caso. Bisogna avere la testa libera, senza pensieri negativi in testa, lo dico in prima persona e lo dico ai miei giocatori, pensiamo positivo, aiutiamoci l’uno con l’altro. Pensare alle cose negative ci fa perdere di vista l’obiettivo principale, l’orizzonte.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Anche se sono di parte, il basket è lo sport più bello del mondo. È uno sport che tutti possono praticare, fin da piccoli. È uno sport dove persino all’interno della stessa partita ci sono più partite, emozioni uniche, puoi perdere di 5 punti e dopo pochi secondi puoi andare avanti, fino alla sirena si è sempre appesi ad un filo.