Nicola Lomuscio: “L’atletica è un mondo magnifico, pieno di rispetto reciproco e amicizia”

Nicola Lomuscio: “L’atletica è un mondo magnifico, pieno di rispetto reciproco e amicizia”

2 Novembre 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

“Ho vinto tanto da atleta, ma non si può vivere di ricordi. Ogni giorno bisogna reinventarsi, avere progetti ed ambizioni. Perciò, quotidianamente ho tante idee e sogni che voglio realizzare”. (Pietro Mennea)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con: Nicola Lomuscio.

La fase pandemica più acuta sembra ormai alle spalle, anche se i continui colpi di coda non lasciano tranquilli, come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport, come ha gestito la paura del contagio e del disagio legato alle misure restrittive?

La fase pandemica mi ha letteralmente messo a tappeto. Il 2020 è stato un anno iniziato benissimo con un titolo italiano e un primato italiano tolto ad un mostro sacro come Giovanni De Benedictis che resisteva da più di 35  anni. Nel luglio 2020 ci sarebbero stati gli europei u18 a Rieti in Italia. E io, con i risultati fatti, sognavo in grande. Poi tutto al tappeto. Chiusi in casa, senza poter uscire ad allenarsi e con tutti i disagi vari fino alla cancellazione della manifestazione. La fase più acuta è stata messa alle spalle ma anche in questo anno ho provato forte disagio. Per paura del contagio, una settimana prima della gara mi assentavo a scuola perché lì era il mezzo più probabile di contagio. Gli allenamenti li svolgevo in orari dove incontravo pochissima gente in pista. E tutto si riversava nella vita privata, mi ritrovavo a non uscire la sera e a evitare di svolgere una normale vita da 19enne. Per le competizioni internazionali ci chiedevano tamponi e anche quella era sempre una preoccupazione perché dopo tanto lavoro, dopo aver preparato un mondiale, correvi il rischio di non prenderne parte nel caso di contagio.  Ma il peggio è finalmente (speriamo) messo alle spalle e ora si svolge tutto nella più tranquilla normalità.

Le restrizioni ed i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni al mondo dello sport, soprattutto a quello cosiddetto minore, cosa è successo in particolare nella sua specialità? 

Nella mia disciplina (la marcia) ma ancor di più nel mio sport (l’atletica) i tempi di ripresa sono stati lunghissimi. Penso che l’atletica sia stata se non l’ultima ma una degli ultimi sport a riprendere l’attività. Il motivo? Non si garantiva il distanziamento. Un po’ strano dopo che nel nostro sport non c’è alcun tipo di contatto e se mi permette un po’ ridicolo dopo che in tv si vedevano le esultanze dei goal nelle partite di calcio dove “tutti abbracciati e il covid sembrava non esistere più”…

Chi è stato in famiglia o tra gli amici a spingerla verso l’attività agonistica, oppure si è trattato di una sua folgorazione guardando ai modelli dei grandi campioni?

Diciamo che io mi sono avvicinato per caso. Praticavo calcio, ma non mi appagava, non vedevo un risultato anche minimo allo sforzo e all’impegno che ci mettevo. Casualmente in 3° media chiedo al docente responsabile delle gare studentesche di corsa di poter provare a partecipare. Selezione scolastica passata, gareggio alla fase provinciale dei 2km di corsa campestre. La vinco inaspettatamente con un tempo, discreto ma non da chi non ha mai praticato atletica. Di lì il mio docente mi propone di dedicarmi all’atletica poiché aveva visto in me delle potenzialità. Mi mette in contatto con un suo collega (il mio attuale allenatore) e mi consiglia vivamente di provarci. Inizialmente non volevo, poi un po’ la mia famiglia, un po’ la situazione che si venne a creare, provai. L’intenzione era quella di correre, quando all’appuntamento si presenta un atleta allenato dal mio allenatore. Vito Di Bari, ex atleta della nazionale e della guardia di finanza, lui però marciatore. Provo la marcia, un po’ per curiosità, un po’ sotto la loro pressione o sotto il loro consiglio. Di lì, amore a prima vista, prima gara a podio e dopo neache un anno di esperienza primo titolo italiano.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

La forza di volontà è tutto. Puoi avere tutto il talento che vuoi, l’attitudine che vuoi, ma se non hai la volontà hai poca strada! E lo dicono i grandi campioni con i loro risultati. Quanti atleti si sono ritrovati al tappeto e con la loro volontà sono arrivati al tetto del mondo? Tantissimi.

Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità cosa suggerirebbe?

Io ho sempre detto che auguro a tutti i ragazzini di poter seguire un percorso del genere, indipendentemente dalla disciplina. L’atletica è un mondo magnifico, pieno di rispetto reciproco, di amicizia tra avversari… insieme si lavora meglio, ci si aiuta per arrivare ad un obbiettivo. Ci vogliono tanti sacrifici e tanto impegno, ma ne vale davvero la pena!! Perché alla fine del percorso ti senti appagato e sei contento di tutto!