Non c’è fico (d’India) senza spine

Non c’è fico (d’India) senza spine

17 Febbraio 2019 0 Di Pasquale Maria Sansone

Ricco di proprietà benefiche, l’Opuntia ficus indica è molto diffuso in tutto il bacino mediterraneo, negli ultimi tempi è utilizzato anche come pianta di ornamento.

Fino a qualche tempo fa, nel mezzogiorno d’Italia il frutto veniva esposto sulle bancarelle nei dì di festa. Il suo nome deriva da Opus, antica città della Grecia e capitale della Locride, la regione che per derivazione prese il nome di Opuntia. Il nome fu attribuito da Plinio ad una pianta spinosa, non ben identificata, che non aveva nessun attinenza con l’attuale genere di origine esclusivamente americana e quindi sconosciuta fino alla scoperta dell’America.

La pianta produce frutti che vanno dal giallo albicocca al rosso cupro, con polpa dolce ed aromatica contenente dal 10 al 15% di zuccheri, quasi totalmente assimilabili ed una certa quantità di sali. Considerata una pianta grassa fiorisce in periodo estivo per fruttificare entro agosto. E quando il sole è più cocente questo frutto… spinoso riesce a lenire la sete e a calmare le irritazioni del colon. I semi sono alquanto astringenti.

Le proprietà dei fichi d’india sono davvero molte. Questi frutti sono ricchi di vitamine, soprattutto vitamina C e minerali tra cui potassio e magnesio. Contengono inoltre molte fibre che aiutano il transito intestinale contrastando il problema della stitichezza. Chi consuma regolarmente questi frutti, quando sono di stagione, nota infatti nel giro di poco tempo un netto miglioramento delle proprie funzioni intestinali. Ricchi di fibre, i fichi d’india aumentano il senso di sazietà e, pertanto, sono utili per assimilare meno grassi e zuccheri. Ecco perché vengono spesso consigliati a chi vuole perdere i chili di troppo. Questi frutti, inoltre, favoriscono la diuresi, riducendo il rischio di calcoli renali e in alcuni casi addirittura favorendo l’eliminazione di quelli già presenti; sono ricchissimi di antiossidanti, sostanze utili per combattere i radicali liberi e l’invecchiamento cellulare.

Il rovescio della medaglia è dato dal fatto che è sconsigliato consumare il frutto per chi soffre di diverticoli, i piccoli semini di cui sono composti questi frutti, infatti, potrebbero andare a depositarsi nelle anse intestinali creando infiammazione e aggravando eventuali sintomi giù presenti.