Non nominiamo il nome di Ippocrate invano
6 Giugno 2022Un escalation di violenza senza fine. Non ci riferiamo ad episodi di microcriminalità metropolitana, ma alle continue aggressioni ai Medici di Medicina Generale nei territori delle province campane. Dopo gli episodi di Melito, in provincia di Napoli, dove un medico di Continuità Assistenziale è stato ferito a sangue, e del quartiere di Napoli, Fuorigrotta, dove un medico di famiglia è stato schiaffeggiato da un proprio assistito, il 4 e 5 giugno si sono succeduti altri due incresciosi atti di violenza, rispettivamente a Teano, in provincia di Caserta e a nel comune di Poggiomarino,
provincia sud di Napoli. Oramai tale fenomenologia è tanto diffusa e frequente in Campania da doversi chiedere quali siano le motivazioni. Non volendo e non dovendo giustificare, ma assolutamente stigmatizzare tale violenza, vanno ricercate anche motivazioni di mancato funzionamento del Sistema Sanitario regionale e di cattive consuetudini che vengono adottate tra gli attori del sistema sanitario stesso.
È di dominio pubblico che tutto ciò che non si riesce o, peggio, non si vuole fare negli ospedali, nei distretti ASL e nelle strutture sanitarie convenzionate e private, viene demandato ai Medici di Medicina Generale: certificati telematici di malattia, ricette di farmaci ed impegnative per esami diagnostici; in un recente passato si è arrivati a inviare i Cittadini dal medico di famiglia per il rinnovo del Green pass.
Tutto ciò dà un messaggio distorto ai Cittadini su chi sia e quale sia il reale ruolo del medico di medicina generale, che è colei o colui che prende in carico il paziente nella sua interezza e non è certo, come si vuole farlo apparire, un erogatore di ricette, certificati e atti burocratici. Ogni medico sa bene, o dovrebbe sapere, che i propri compiti sono clinici e burocratici; ma è più comodo, evidentemente, far credere alla gente che solo i medici di medicina generale possano e debbano occuparsi di ricette e carte. Così come qualche medico del servizio di Emergenza Territoriale fa falsa informazione, forse anche inconsapevolmente, facendo credere ai Cittadini, che i medici di Continuità Assistenziale debbano effettuare visite domiciliari senza prima una valutazione telefonica o che i medici di famiglia siano giuridicamente reperibili dodici ore al giorno; eppure l’Accordo Collettivo Nazionale (ACN) della Medicina Generale norma l’esatto contrario. Tutta questa disinformazione può portare ad eventi violenti, come abbiamo potuto appurare tra i fatti di cronaca delle ultime settimane. Eppure ogni medico, oltre ad avere doveri contrattuali, ha, o dovrebbe avere, motivazioni etiche e deontologiche nei confronti dei Cittadini e dei propri Colleghi. Sarebbe opportuno un confronto all’interno della Categoria, nelle sedi degli Ordini dei Medici- Chirurghi delle Province campane, affinché ognuno faccia la sua parte nell’interezza, poiché l’arte medica va tutelata, innanzitutto, dai medici stessi, poiché siamo e dobbiamo essere tutti fedeli al Giuramento di Ippocrate che ci tramandiamo da millenni e non possiamo infangare ciò che ci unisce e ci rende l’essenza della Sanità. Sarebbe stupido ed irresponsabile che accada qualcosa di irreparabile per mettere in ordine i compiti e i doveri di ogni medico. Concludiamo con un comandamento metaforico che deve essere impresso nella mente di ogni medico, nello svolgere la propria Professione: “Non nominare il nome di Ippocrate invano”.