Nursing Up, ambulanze poco sicure per infermieri e pazienti
15 Giugno 2021De Palma: «Il recente blitz dei Nas a bordo delle ambulanze italiane disegna un desolante quadro di preoccupante mancanza di sicurezza per gli infermieri e per i pazienti”.
“E’ davvero questa la realtà della nostra sanità pubblica, sono davvero queste le condizioni in cui deve lavorare il nostro personale sanitario, tra bombole di ossigeno scadute e mezzi vetusti e sporchi?”.
«Un triste e desolante, per non dire vergognoso, spaccato di sanità italiana.
E’ di portata pubblica il recente blitz dei Carabinieri dei Nas in numerose città d’Italia dello scorso 10 giugno, a bordo delle ambulanze impiegate per il primo soccorso, e disegna l’amara realtà in cui sono ingabbiati molti dei nostri infermieri del 118.
Ci meraviglia poi il fatto di come “il sommerso” emerga solo di fronte, finalmente, agli interventi delle forze dell’ordine. Condizioni di sicurezza che non rispecchiano affatto le normative vigenti, mettendo a rischio naturalmente sia la salute dei malati che quella del personale sanitario. Ma questa è solo la punta dell’iceberg, visto che dall’indagine dei Carabinieri verrebbero alla luce riscontri preoccupanti, che vanno inevitabilmente a compromettere la sicurezza sul lavoro dell’infermiere. Mancanza di idonee procedure di pulizia e sanificazione dei mezzi sanitari, presenza di parti arrugginite e incrostate, impiego di vetture prive di autorizzazioni per svolgere il trasporto dei malati. In un caso su 10 l’ambulanza della sanità italiana non è un luogo sicuro».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up
«Ci domandiamo se finalmente i singolari riscontri di queste indagini spingeranno il nostro Ministero della Salute ad avviare ispezioni, coinvolgendo le Regioni interessate. Ovviamente auspichiamo che si tratti solo di episodi isolati, seppur il numero dei casi emergenti, ma soprattutto le segnalazioni che i colleghi hanno fatto tempo per tempo al nostro sindacato parrebbero andare nella direzione opposta.
Non possiamo immaginare che in maniera generalizzata, quotidianamente, su un’ambulanza, si possano riscontrare le condizioni pericolose a cui i Nas farebbero riferimento nel loro rapporto ufficiale. Autorevoli media riferiscono che nel blitz delle forze dell’ordine sono state riscontrate anche violazioni riconducibili alla mancata adozione di sistemi di prevenzione incendi e di revisione degli estintori, per non parlare di farmaci, bombole di ossigeno e dispositivi medici scaduti.
Siamo stati tra i primi che per lungo tempo hanno denunciato le delicate condizioni di lavoro degli infermieri dei 118, e non è certo da addossare a loro, impegnati come sono nel prestare assistenza in emergenza, la responsabilità di controllare se una vettura è in condizioni di effettuare il regolare servizio, tra sistemi anti incendio non a norma e mancate revisione meccaniche.
E certamente non è responsabilità degli infermieri pulire le ambulanze a mantenerle in condizioni igieniche idonee. Abbiamo più volte messo in evidenza come di questi colleghi, delle vicissitudini che li riguardano, si parla fin troppo poco, a partire dal rischio che corrono quotidianamente nel recarsi a casa dei pazienti, laddove si trovano sempre più spesso, di fronte a possibili reazioni incontrollate di persone in preda ad ansia, stress e paura. Gli infermieri possono e devono denunciare, questo sì, le mancanze che riscontrano nei loro abituali luoghi di lavoro, e noi li invitiamo a farlo, raccontando ai nostri referenti locali tutto quello che accade.
Dove sono le direzioni sanitarie in questi casi? Quale è il loro ruolo? Dove stiamo andando? Quale è il futuro della sanità italiana se davvero questa è una parte della realtà con cui convivono ogni giorno i nostri operatori sanitari e soprattutto se agli stessi non vengono forniti gli strumenti indispensabili per prendersi cura dei pazienti durante il fondamentale trasporto in ospedale? Ricordiamo che le prime cure da parte dell’infermiere soccorritore possono risultare decisive, soprattutto a bordo delle ambulanze, proprio per salvare una vita», chiosa De Palma preoccupato.