Nursing Up: “Giù le mani dai fondi per assumere gli infermieri”
17 Gennaio 2021Il presidente nazionale Antonio De Palma: “Non ci gratificano affatto le recenti affermazioni di Filippo Anelli, Presidente della Fnomceo”.
“Non ci piace, caro Anelli, che in merito al possibile coinvolgimento dei medici di famiglia nel piano vaccini, si menzioni quel miliardo di euro fantasma, della scorsa primavera, che fu approvato dal Governo con il Decreto Cura Italia: 1,4 miliardi che dovevano servire alle Regioni per assumere infermieri in piena emergenza Covid. Che fine hanno fatto? Mentre ce lo continuiamo a chiedere da mesi, arrivate voi medici, e proponete che i fondi vi siano “rigirati” per sostenere “il peso” del lavoro della medicina territoriale. No! Non ci stiamo affatto! Non siamo i professionisti di serie B della situazione e non ci sentiamo secondi a nessuno. Se gran parte di quei fondi erano per gli infermieri, agli infermieri debbono essere destinati, a patto che qualcuno ci dica, nel frattempo, che fine abbiano fatto”. Così Antonio De Palma, presidente nazionale del Sindacato Infermieri Italiano, risponde per le rime ai vertici della Fnomceo e lancia un monito al ministro della salute Roberto Speranza.
“Non siamo le riserve di nessuno. Non ci sentiamo tali. E al ministro della salute Speranza diciamo che la nostra professionalità indiscussa, il nostro percorso di studio, l’esperienza accumulata sul campo, i traguardi raggiunti con le vite umane che salviamo, seppur nell’ambito di funzioni differenti rispetto a quelle dei medici, ci chiedono di reagire vibratamente. Se i medici italiani vogliono davvero partecipare in modo concreto al piano vaccini siano pronti a scendere in campo come abbiamo fatto noi fin ora. E non solo con il triste e giuridicamente opinabile ruolo di supervisori della preparazione e somministrazione dei vaccini, come indica una contraddittoria circolare ministeriale di qualche settimana fa. Le risorse destinate agli infermieri, quelli che da mesi combattono al fronte, in prima linea contro la morte, non si toccano.I dati Inail, ci perdoni l’amico Anelli, parlano chiaro. Nello scorso autunno gli infermieri rappresentavano l’80 per cento di coloro che nella realtà sanitaria si ammalavano di Covid. Oggi superiamo comunque la metà del comparto, tra coloro che si infettano, e la stragrande maggioranza dell’altra metà non è certo rappresentata dai medici. Sappia il ministro della salute che siamo pronti a scendere di nuovo in piazza se i fondi del Decreto Cura Italia, a fronte delle poche assunzioni fatte dalle Regioni, dovessero finire altrove. Uno schiaffo ulteriore che non meritiamo. Ma ci verrebbe da dire che in una guerra da vincere si deve dare priorità allo spirito di collaborazione e mirare all’obiettivo finale: la salute degli italiani. Questo è sacrosanto. Ma come lo facciamo noi, lo facciano anche gli amici medici. Ora basta. Le risorse per le assunzioni degli infermieri devono essere utilizzate per pagare le prestazioni aggiuntive degli infermieri che già lavorano nel Ssn e non quelle dei medici.
E poi, che differenza ci sarebbe tra le vaccinazioni Covid e quelle antinfluenzali ed antipneumococciche? Insomma, se i medici già si occupano di somministrare le ultime due, non vedo perchè dovrebbero farsi tanti problemi per somministrare anche quelle anticovid. Vogliamo sperare che il fulcro di tutto questo non si riduca, ancora una volta, in una triste questione di soldi.