Nursing Up, il coinvolgimento degli infermieri nel piano vaccinale anticovid non convince
22 Dicembre 2020De Palma: “Da giorni denunciamo il rischio che con un bando del genere possa riproporsi quanto denunciato nei giorni scorsi anche dalla super manager della sanità veneta, Patrizia Simionato”.
“Ci perviene in queste ore la notizia che la Commissione Bilancio della Camera avrebbe sbloccato i fondi, si legge sul sito del Governo, per l’assunzione di 12mila infermieri per mettere in atto la tanto attesa campagna vaccinazioni. Niente altro che una pezza raffazzonata. L’ennesima sberla ad una categoria quale quella degli infermieri, che continua ad infettarsi, giorno dopo giorno, nell’inferno degli ospedali. Alla fine questo Governo, assegnando l’incarico di miseri contratti di 9 mesi alle famose agenzie esterne che dovranno aggiudicarsi l’ormai celebre bando voluto dal Commissario Arcuri, si svincolerà ancora una volta da qualsiasi responsabilità diretta, favorendo l’ennesimo percorso di precariato” – così Antonio De Palma, presidente nazionale Nursing Up.
“Da giorni denunciamo il rischio che con un bando del genere, continua De Palma, possa riproporsi quanto denunciato nei giorni scorsi anche dalla super manager della sanità veneta, Patrizia Simionato. Ovvero che su oltre 4mila domande pervenute, in relazione alle offerte di contratti co.co.co e con partita iva della Regione, ci sarebbero stati oltre 4mila rifiuti. In pratica gli infermieri fanno sì pervenire le domande, soprattutto i colleghi già precari, ma all’ultimo momento, come in questo caso, di fronte alla prospettiva di lavorare nelle aree Covid e continuare a rischiare la vita come precari, preferiscono addirittura in certi casi la disoccupazione. Non vorremmo che ciò accadesse anche con il tanto decantato piano vaccini di Arcuri”.
“Sbloccano i fondi per le assunzioni, hanno il coraggio di chiamarle così, ma si tratta di miseri contratti di nove mesi. E poi cosa fanno? Mettono gli infermieri che avranno presentato domanda nelle mani di agenzie esterne, spendono fiumi di denaro per sostenere aziende a cui affideranno l’onere dei contratti. Poi, come scarpe vecchie che non servono più, gli infermieri dopo 9 mesi torneranno a casa. Il timore reale è che si verifichi quanto sta accadendo in Veneto”.
Il presidente del Nursing Up rilancia l’ennesimo appello del sindacato a non lasciare soli gli infermieri italiani in questo momento ancora più delicato, in cui mentre si abbassa la curva dei contagi, continuano ad aumentare, paradossalmente, gli operatori che si ammalano nelle corsie:
“Siamo noi, in questo momento, più che mai, il perno della sanità italiana. Non smetteremo mai di ripeterlo. Nelle ultime 48 ore 1702 operatori sanitari si sono infettati (dati istituto superiore sanità). Di questi, stando alla percentuale Inail, almeno l’80 per cento sarebbero infermieri.
Continueremo a dire, all’infinito, che non possiamo offrire contratti da precari a chi, nel momento più difficile, deve mettere in gioco la propria professionalità per vincere la battaglia decisiva”.