Nursing Up, torna la paura dei contagi tra gli operatori sanitari
25 Giugno 2022De Palma: «Contagi operatori sanitari, torna la paura! Ben 6487 professionisti in più si sono infettati negli ultimi sei giorni (report 18-23 giugno 2022), con un picco del 68%, e una media che passa da 316 a 532 al giorno, su base ultimi 30 giorni».
Non è retorica affermare che ce lo aspettavamo, in fondo era inevitabile: anche i contagi dei professionisti della salute stanno crescendo a vista d’occhio, anche se, naturalmente, siamo lontani da qualsiasi soglia di allarme, e speriamo vivamente che la situazione resti tale.
I nostri calcoli, sempre su base dati Iss, relativi ai contagi degli operatori sanitari negli ultimi 30 giorni, indicano che in soli cinque giorni c’è stato un picco del 68% delle infezioni.
Sono ben 6487 i professionisti contagiati in più all’interno degli ospedali italiani dal 18 al 23 giugno: siamo infatti passati. in questo arco di tempo, da 9484 a 15971 nuovi infettati. I dati Iss, su cui noi effettuiamo il confronto giorno per giorno, prendono sempre in esame gli ultimi 30 giorni.
Non è difficile immaginare che ben oltre la metà siano infermieri. Del resto, incrociando come sempre abbiamo fatto, i dati Istituto Superiore Sanità con quelli dell’Inail, rimane palese che a infettarsi, nel comparto sanità, ad essere in più esposti al rischio, siano sempre e comunque gli infermieri».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«Da quando ha avuto inizio l’emergenza, l’Inail ci conferma che gli infermieri (tra i sanitari) costituiscono ben l’84% dei contagiati.
Tornando alla dura realtà, siamo quindi passati da una media di 316 operatori sanitari al giorno, sempre su base degli ultimi 30 giorni, a una media di 532 professionisti che si infettano. Qualcosa di significativo, è fuori dubbio, sta accadendo.
Come sindacato delle professioni infermieristiche seguiamo con attenzione i dati e invitiamo in questo momento più che mai, la collettività e naturalmente gli organi competenti, a non abbassare la guardia. Solo prevenzione e organizzazione possono consentire di gestire una possibile nuova ondata .
Del resto è innegabile che gli infermieri sono all’avamposto di battaglia da sempre: non abbiamo mai lasciato il fronte, nemmeno per un momento in questi due anni, costantemente esposti al “fuoco del nemico” che ci sta di fronte.
Non possiamo, però, nascondere la nostra preoccupazione, continua De Palma, perché, nel seguire con scrupolosità, da sempre, le sorti della popolazione infermieristica, come detto la più esposta al rischio, siamo consapevoli più che mai che le carenze di organico, e quelle strutturali-organizzative, nel caso dell’esplosione di una nuova emergenza, genererebbero una situazione molto complessa in termini di congestione degli ospedali e in particolare dei pronto soccorsi.
Si tratta di timori che scaturiscono dalle palesi difficoltà che viviamo da 10 anni a questa parte, dal momento che l’Italia, per quanto riguarda l’assistenza infermieristica, continua a non avere quei numeri che possono indicare una reale solidità di cui abbiamo bisogno come il pane: nel nostro Ssn abbiamo una media di 5-6 infermieri ogni mille abitanti a fronte di 9 della media europea.
Tutto questo delinea i perimetri preoccupanti di un castello di sabbia, che rischia di cadere al primo soffio di vento», chiosa De Palma.