Obesità o sovrappeso, effetti di liraglutide sul grasso viscerale ed ectopico negli adulti

Obesità o sovrappeso, effetti di liraglutide sul grasso viscerale ed ectopico negli adulti

17 Maggio 2022 0 Di La Redazione

È noto come il solo body mass index (BMI) non sia sufficiente a individuare i soggetti obesi a rischio di malattia metabolica o cardio-vascolare (CV) (Neeland IJ, et al. J Am Coll Cardiol 2015), ma come tale rischio aumenti in base all’eccessivo deposito di tessuto adiposo viscerale (VAT) ed ectopico (es. epatico) (Neeland IJ, et al. Obesity (Silver Spring) 2013).
«Numerosi studi» segnala Carla Micaela Cuttica, SSD Endocrinologia, EO Ospedali Galliera, Genova – Commissione AME (Associazione Medici Endocrinologi) Obesità e Metabolismo «hanno indagato gli effetti della liraglutide sulla distribuzione del grasso corporeo in soggetti affetti da diabete mellito di tipo 2 o pre-diabete» (Bizino MB, et al. Diabetologia 2020; Santilli F, et al. Diabetes Care 2017). Un recente studio randomizzato, controllato, in doppio cieco, è stato condotto in una popolazione di soggetti adulti non diabetici affetti da obesità (BMI ≥ 30 kg/m2) o sovrappeso (BMI ≥27 kg/m2) e sindrome metabolica ad alto rischio CV. «Per sindrome metabolica si intendeva la presenza di almeno tre dei seguenti criteri: circonferenza vita > 102 cm (uomini) o > 88 cm (donne); trigliceridi a digiuno ≥ 150 mg/dL, pressione arteriosa ≥ 130/85 mmHg, HDL < 40 mg/dL (uomini) o < 50 mg/dL (donne); glicemia a digiuno ≥ 100 mg/dL (in assenza di diabete mellito)» specifica Cuttica. L’obiettivo era valutare gli effetti della liraglutide sul grasso corporeo. «Ogni soggetto è stato avviato a dieta (deficit di 500 kcal/die), attività fisica adeguata (150 min/settimana di attività moderata/intensa) e randomizzato, con rapporto 1:1, a liraglutide 3 mg/die sc o placebo» riporta l’endocrinologa. «La valutazione del VAT è stata effettuata con risonanza magnetica al basale e al follow-up».
Questi i risultati. «Hanno completato le 40 settimane di studio 128 partecipanti (92% donne, età media 50 anni, BMI medio 37.7 kg/m2), di cui 73 in terapia con liraglutide e 55 in placebo» riferisce la specialista. Riguardo all’endpoint primario, «liraglutide ha ridotto la percentuale di VAT (-12.5%) rispetto al placebo (-1.6%), con una differenza stimata del trattamento -10.9% (IC 95% da -7.0 a -14.8, p < 0.0001). Nessuna differenza è stata evidenziata in sotto-gruppi di età, sesso, etnia, BMI e stato di pre-diabete al basale». In relazione agli endpoint secondari, «rispetto al placebo, liraglutide ha ridotto il grasso corporeo totale (-8.6%), il tessuto adiposo sotto-cutaneo addominale (-9.1%) e della parte inferiore del corpo (-8.7%), il grasso epatico (- 33.0%), il tessuto magro totale (-1.6%) e il rapporto fra tessuto grasso e tessuto magro (-7.2%)». È stata ottenuta una riduzione del peso corporeo ≥ 5% nel 63% dei soggetti in terapia vs 21.8% dei soggetti in placebo (p < 0.0001 e una riduzione del peso corporeo ≥10% nel 19.2% dei soggetti in terapia vs 3.6% dei soggetti in placebo (p < 0.0001). «Sebbene la riduzione dei depositi di grasso corporeo correlasse con la perdita totale di peso, la correlazione col peso perso è stata meno evidente per la riduzione di VAT e del grasso epatico, suggerendo effetti di liraglutide sulla distribuzione del grasso corporeo, parzialmente peso-indipendenti» specifica Cuttica. «Liraglutide» prosegue la specialista «ha ridotto in maniera significativa la glicemia del mattino e la PCR (parametro che correla fortemente con la riduzione di VAT) rispetto al placebo». Inoltre, «la riduzione del grasso epatico correlava con la riduzione del rapporto trigliceridi/HDL». Non si è osservato nessun effetto sui livelli di insulina a digiuno o sul peptide natriuretico e non sono stati evidenziati effetti collaterali importanti, eccetto quelli tipici noti (principalmente gastrointestinali per i pazienti trattati) e infezioni delle vie respiratorie superiori (in entrambi i gruppi di soggetti), riferisce l’esperta.
«La riduzione della PCR, notoriamente correlata alla presenza di VAT (Shin J, et al. J Clin Endocrinol Metab 2019), viene chiamata in causa per i possibili effetti positivi di riduzione del rischio CV, come già osservato da altri autori in pazienti con diabete mellito (Buse JB, et al. Diabetes Care 2020)» commenta Cuttica. «L’accumulo di VAT, incrementando i fattori pro-infiammatori aterogenici e le adipochine, incide sul rischio CV (Neeland IJ, et al. Obesity (Silver Spring) 2013). Ancora in studio sono i meccanismi per cui l’adiposità viscerale produce effetti negativi sul rischio CV: sono stati chiamati in causa l’alterato metabolismo epatico che contribuisce all’alterata tolleranza ai carboidrati e all’ipertrigliceridemia (Nielsen S, et al. J Clin Invest 2004); altri hanno messo in evidenza un’iperattività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (Després JP. Circulation 2012). Limiti dello studio includono: assenza di procedure standardizzate di stima radiologica del grasso epatico; presenza di drop-out legati alla pandemia COVID-19; preponderanza femminile della popolazione studiata; mancata stima dei depositi di grasso in altri organi (es. cuore, pancreas)».
In conclusione, osserva la specialista, «liraglutide 3 mg in aggiunta a dieta e attività fisica si è dimostrata efficace nel ridurre in maniera significativa il grasso viscerale ed epatico in soggetti non diabetici in sovrappeso od obesi ad alto rischio CV, suggerendo anche in questa popolazione la comparsa di effetti CV protettivi. Ulteriori studi più prolungati e con maggiore numerosità potranno valutare meglio gli effetti sulla distribuzione del grasso corporeo e sugli eventi CV».

 

 

 

Fonte: http://www.doctor33.it/endocrinologia/obesita-o-sovrappeso-effetti-di-liraglutide-sul-grasso-viscerale-ed-ectopico-negli-adulti/?xrtd=XPVPTPRCLTCSSYLTLRCAYLS