Occhio secco, le ricadute sulla qualità della vita
4 Febbraio 2020La malattia oculistica può non solo intralciare le attività quotidiane, ad esempio capacità di lettura e di guida, ma anche contribuire allo sviluppo di ansia e depressione.
A Napoli con l’espressione “occhio secco” si fa riferimento a persone che, invidiando, porterebbero sfiga tanto che, nel comune sentire ed in ossequio alla superstizione, si ritiene queste “iettature oculistiche” risulterebbero peggiori dei colpi di schioppo. Dalla superstizione popolare alla medicina il quadro muta radicalmente. Alterazioni anatomiche del sistema superficie oculare e numerosi sintomi, quali fotofobia, sensazione di corpo estraneo, bruciore, lacrimazione, prurito, secchezza, affaticamento oculare e dolore. Sono questi i segni che caratterizzano la malattia dell’occhio secco. Altri sintomi che possono creare notevole disagio a chi è affetto da questa patologia, con un notevole impatto negativo sulla sua qualità di vita, includono iperemia oculare, secrezione mucosa, episodi di annebbiamento della visione, sensazione di pesantezza palpebrale, maggiore difficoltà a eseguire attività che richiedono un particolare sforzo visivo. Si tratta di sintomi che, se sottovalutati e non adeguatamente trattati, sono destinati a peggiorare e a causare di importanti limitazioni nella vita quotidiana.
La malattia dell’occhio secco può non solo influire sulla capacità di lettura e di guida, ma anche contribuire allo sviluppo di ansia e depressione. Inoltre, sono piuttosto frequenti i casi di insonnia da malattia dell’occhio secco: il paziente si sveglia per dolori improvvisi e violenti all’occhio. In considerazione del fatto che, nella società moderna, per lo svolgimento della maggior parte delle attività socioculturali si utilizza la funzione visiva come sistema primario, è evidente che le malattie oculari determinino conseguenze devastanti sulla vita sia lavorativa sia sociale.
Sempre maggiori evidenze sulla qualità della vita dimostrano che la malattia dell’occhio secco di grado moderato e/o grave può dare luogo a una modificazione peggiorativa della qualità della vita paragonabile a quella che si osserva in altre condizioni particolarmente invalidanti, quali, ad esempio, l’angina severa, la dialisi e le fratture dell’anca.
Una recente indagine condotta in 5 Paesi Europei su individui con malattia dell’occhio secco ha evidenziato che il 40% dei pazienti è convinto che si tratti soltanto di un fastidio cronico, un 30% ritiene di essere affetto da una malattia e il 20% pensa che si tratti di un vero e proprio handicap che gli compromette notevolmente la vita.
La terapia è chirurgica nei casi più gravi e farmacologica: liquido lacrimale che, sulla base di un attento esame diagnostico, va tarato sul particolare bisogno del paziente.