Oltre 200 farmaci introvabili, la brutta storia infinita
8 Luglio 2019Il problema non riguarda solo l’Italia, ma anche Spagna, Portogallo, Francia, Olanda, Norvegia, Austria e Slovenia. Mal comune in questo caso non è mezzo gaudio.
Esiste evidentemente un mercato parallelo che sfugge ai controlli per un fenomeno che sta aumentando in modo esponenziale e che si è esteso a livello europeo dove ben sette, oltre all’Italia, Paesi vivono il problema legato a questa “bolla speculativa”. Per il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccaborozzi, la carenza di farmaci è da ricondurre a una questione di costo: in Italia ci sarebbero “i prezzi molto più bassi, di circa il 25%, rispetto alla media europea. Ed è nei Paesi dove costano di più che i nostri prodotti vanno a finire. Altrimenti non si spiegherebbe”.
Non la pensa così il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco, Luca Li Bassi: “Allora dovremmo essere solo noi ad avere il problema. Invece non è così”. Ma l’osservazione di Li Bassi, per la verità, non convince. Perché può essere aggirata dall’osservazione che quello che vale per l’Italia, vale anche per le “sette sorelle” ma non per tutti.
Intanto, “mentre a Roma discutono” la Toscana è espugnata. Sono andate esaurite, infatti, le scorte di mitomicina, farmaco per il trattamento del tumore alla vescica, all’ospedale fiorentino di Careggi e la Regione si è mossa per cercare la molecola anche all’estero”.
E che il problema abbia acquisito una dimensione sovrannazionale è dimostrato dal fatto che l’Unione europea ha istituito una task force per affrontare la questione che in questi giorni, come informa l’Agenzia europea del farmaco (Ema), ha pubblicato due documenti importanti. Il primo riguarda le linee guida per i “titolari di autorizzazioni all’immissione in commercio”: indica alle aziende come notificare tempestivamente le situazioni critiche. Il secondo è indirizzato invece alle autorità nazionali competenti dell’Ue e all’Ema, e indica come informare il pubblico – pazienti e operatori sanitari – delle mancate disponibilità e delle alternative di cura.