Orso Maria Panaccione, sport e salute un tandem inscindibile

Orso Maria Panaccione, sport e salute un tandem inscindibile

19 Ottobre 2021 0 Di Pasquale Maria Sansone

Lo sport professionistico è ripartito da tempo, con regole stabilite dalle varie federazioni e leghe. Lo sport amatoriale di squadra, attività tra le più penalizzate durante i lockdown, sta anch’esso provando ora a ripartire, dotandosi di regolamenti imperniati sul Green pass. 

La Uisp ad esempio, ha recentemente aggiornato il proprio Protocollo applicativo anticovid, recependo sostanzialmente le novità introdotte dalla certificazione verde. Un vademecum che tra senior e junior riguarda oltre 50mila tesserati solamente per la sezione pallacanestro, dei quali circa la metà sono in Lombardia. E numeri grosso modo simili sono quelli della sezione pallavolo, per limitarsi ai due sport più rappresentativi della realtà Uisp.

Oggi diamo la parola ad un cestista di lungo corso: Orso Maria Panaccione. Campione Nazionale e Miglior Giocatore delle Finali Nazionali (MVP) nel 2014, Reyer Venezia.

2015-2018: Unione Basket Padova: Serie C (Padova)

2018-2019: Nervianese: Serie C (MIlano)

 2019-2021: Social Osa: Serie C (Milano)

2021-in corso: 5 Pari (Torino)

Come ha vissuto e come vive la paura della pandemia, del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili severe misure restrittive?

 Nel primo periodo, quindi febbraio/marzo 2020, è stato molto complicato riuscire a convivere con me stesso 24 ore su 24, perché non sono mai stato abituato a non poter “staccare la spina” nei momenti di necessità. La seconda ondata è stata più gestibile, sia a livello nervoso, sia a livello emotivo; riuscivo, grazie anche all’Università, a tenermi attivo e impegnato. La terza ondata invece è stata molto altalenante. Da una parte, grazie ai tamponi eseguiti circa ogni 2 o 3 giorni e a tutte le precauzioni del caso, sono riuscito a proseguire l’attività sportiva e quindi a sfogarmi sia fisicamente che emotivamente. Dall’altra, più di una persona che conosco, anche amici stretti, hanno contratto il virus. Anche se non la definirei paura, avevo e ho tuttora grande consapevolezza della pericolosità del Covid, per questo ho cercato e cerco di rispettare sempre ciò che ci viene chiesto di fare per proteggerci. Adesso, con il vaccino, riusciamo a tornare in palestra e giocare a pallacanestro con un pizzico di serenità in più, mantenendo però sempre i controlli necessari. 

Quanti danni secondo lei la pandemia, le chiusure indiscriminate e la confusa gestione politica hanno causato allo Sport in generale de al Basket in particolare?

Credo che per quanto riguarda gli sport in generale, il primo pensiero va sicuramente  ai bambini, ai  ragazzi ed ai giovani che non hanno potuto continuare a praticare sport, e penso non serva ribadire quanto sia importante per loro, che si stanno formando, poter dare sfogo alla loro vivacità ed alla loro creatività. Per quel che riguarda la Pallacanestro, invece, la prima cosa che ho notato sono i numeri di iscritti e iscritte ai corsi di minibasket e giovanili di quest’anno e l’anno scorso: pochissimi. Capisco che da una parte, il fatto di praticare uno sport al chiuso, in questo periodo storico, possa preoccupare i genitori e chi si occupa dei controlli a livello sanitario ma spero che, con le dovute attenzioni, si possa tornare all’idea sana di praticare un bellissimo e formativo sport come la Pallacanestro. Lo sport più avvincente, a parer mio, e che stava acquisendo la notorietà che gli spetta negli ultimi anni. 

Quanto valore attribuisce al binomio Sport-Salute?

Sport e salute sono due realtà che nella mia vita sono sempre state legate e sono inscindibili. Lo sport ha sempre fatto parte della mia vita, quindi è fondamentale per la mia salute psicofisica. La Pallacanestro, in particolare, è l’attività che riesce a concedermi una pausa da tutti i problemi che, soprattutto in quest’anno difficile per tutti, ho affrontato e che affronto.  È  altresì una possibilità di sfogo genuina, senza “esplodere” contro una persona o una cosa e questo, secondo il mio punto di vista, permette di maturare velocemente. 

Cosa le ha dato il Basket in termini di crescita personale, sociale e professionale?

 

Mi ha dato la persona che sono adesso. Fondamentalmente io sono cresciuto con la Pallacanestro e il mio ruolo, playmaker, mi ha dato la capacità di osservare sempre ciò che è intorno a me: mettere tutte le carte sul tavolo prima di prendere una decisione nella vita. Mi ha permesso di capire quanto è importante andare d’accordo con le persone che sono nello spogliatoio con te, con cui condividi il tuo lavoro/passione. Mi ha permesso di capire quanto le persone diverse da te (per il ruolo in cui giochi, fisicamente o caratterialmente) siano un valore aggiunto e non un pericolo. A livello professionale mi ha dato l’attitudine e l’atteggiamento giusto verso gli impegni presi, la serietà di quando si sta in campo, mista alla risata “liberatoria” nello spogliatoio.