Ortho-Pharmacia, un progetto per vivere in salute
3 Novembre 2021Vegetali come “medicine” naturali per disintossicare l’uomo e l’ambiente dai pericolosi metalli pesanti.
È stato presentato – nei giorni scorsi all’hotel Belvedere di San Leucio in Caserta – un progetto di colture ed alimentazione “alternative” per riconciliare uomo ed ambiente. Obiettivo dichiarato quello di “riparare” agli effetti negativi che coltivazioni intensive e fitofarmaci producono sulla salute.
“Parlare di tossici ambientali è come parlare del mare – illustra Andrea Del Buono, immunologo e presidente della Fondazione “DD Clinic Research institute” che ha promosso l’iniziativa a San Leucio – una quantità infinita di flora e fauna che interagiscono sinergicamente ed è così anche per gli inquinanti ambientali, un’infinità di molecole e sostanze chimiche che sinergicamente danneggiano la nostra salute in modo lento e silenzioso. Possiamo identificare tutti i tossici ambientali, ma il “gap” è di non avere ancora strumenti di disintossicazione efficaci, facciamo un esempio: Le Diossine … siamo bravi a dosarle nell’uomo e nel suolo ma poi … non disponiamo di tecnologie o molecole per neutralizzarle .., e così per i tanti tossici presenti nell’ambiente”.
“Invece di scegliere un tossico singolo ambientale abbiamo così selezionato e concentrato i nostri studi su pochi metalli pesanti (Cd, Cu, Pb, Hg, Al) – continua Del Buono – anche con l’aiuto di algoritmi grazie all’intelligenza artificiale. Questi 5 metalli possiamo considerarli Biomarkers trasversali di rischio per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Altro elemento di forza di questa scelta, che fa la differenza con altri tossici, è la possibilità di fare diagnosi con un semplice esame mineralometrico, e suggerire la terapia attraverso l’integrazione nutraceutica e alimenti funzionali, ricchi in antiossidanti e fitochelatine. Per produrre questi ortaggi “funzionali” è indispensabile eliminare-ridurre i trattamenti in agricoltura intensiva e purtroppo anche in alcune pratiche presenti nel settore Biologico”.
Nel progetto sono state coinvolte diverse aziende che hanno provveduto alla coltivazione di alcuni prodotti all’insegna del “doppio binario”: impianto tradizionale ed impianto sperimentale. Al di là dei prodotti coltivati ed inseriti nella sperimentazione (rucola, peperoncini, cetrioli…) il risultato è stato univoco: nei prodotti coltivati secondo il metodo sperimentale è risultata fortissima la riduzione di metalli pesanti.
“Il dato che più di tutti ci ha sorpreso – commenta Del Buono – è la scomparsa di due metalli tossici rilevati in tracce ed al di sotto del valore minimo richiesto nel prodotto finale e con nessuna preoccupazione per la salute (0,010 mg/kg valori molto inferiori rispetto ai limiti). La qualità del suolo ha visto un aumento fino al 56,8% del consorzio eubiotico e della sostanza organica in tutti e quattro i settori interessati dalla sperimentazione, mantenendosi a livelli basali solo il settore di controllo”.
“In conclusione siamo convinti che un cambiamento inizia da ciò che scegliamo di portare sulla tavola – chiude il presidente di “DD Clinic Research institute” – e siamo molto grati a quanti ci sostengono con donazioni volontarie e con il 5×1000 e adesso desideriamo che questa esperienza possa motivare piccole e medie imprese agricole a cambiare seguendo la strada del biologico ad impatto ambientale positivo oggi non basta più impatto “zero”.
Hanno concesso il patrocinio all’iniziativa, tra gli altri, la Regione Campania, l’Ordine dei biologi, la Società italiana di Biologia e Alimentazione, l’Università di Bari.