Ospedale di Caserta: una Diagnostica per immagini a metà
7 Novembre 2018Al Sant’Anna e San Sebastiano la storia infinita di un reparto di radiologia, di un mammografo e di un ecografo dedicato alla senologia, più volte annunciati ma mai attivati.
Aspettando la nuova radiologia che non arriva ed il mammografo che non c’è. Sembra di assistere ad un’edizione, riveduta e corretta, del celebre dramma di Samuel Beckett, tutto giocato sull’attesa di un Godot che, alla fine, non arriva mai.
In questo caso, però, il riferimento non è ad una finzione scenica né, tantomeno, ad una piece ancorabile al “teatro dell’assurdo”, bensì alla vita reale. Quella con la quale si scontrano tutti i giorni migliaia di persone costrette, purtroppo, a fare i conti con patologie importanti che ti arrivano addosso all’improvviso – quelle si, senza farsi attendere – e ti cambiano la vita per sempre.
Protagonista di questo “teatro del reale” qui non è Godot ma (tristemente concreto) il cancro al seno.
Una malattia severa, con la quale sono chiamate a confrontarsi migliaia di donne ogni anno ma che, se diagnosticata precocemente, diventa curabile in percentuali elevatissime.
Il punto è proprio questo.
Nell’Azienda ospedaliera di rilievo nazionale, Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, oltretutto dotata di breast unit, la diagnosi precoce per individuare una neoplasia al seno diventa, quanto meno, problematica, per non dire improbabile. Manca, infatti, la materia prima. Mammografo ed ecografo dedicato, da oltre un anno in arrivo, non arrivano mai.
Detta in maniera diretta, i due apparecchi diagnostici, nonostante le promesse, non ci sono, non esistono.
Stesso discorso per la ristrutturazione e per l’adeguamento funzionale della Divisione. Da mesi si attende il completamento della nuova Radiologia – gli ambienti individuati sono quelli lasciati liberi dalla Rianimazione, oggi trasferita nell’edificio che ospita il Dipartimento Emergenza Accettazione – ma, intanto, ancora si continua a garantire il servizio, a scartamento ridotto, in locali degradati e potendo contare su di un’unica apparecchiatura radiografica. Per la serie, in caso di arrivo contemporaneo di due o più emergenze traumatologiche al pronto soccorso, a chi toccherà l’esame? A quello più grave, logica suggerirebbe. E gli altri, pure gravi? …
E così, mentre la Regione si spende nel pubblicizzare gli screening per l’individuazione precoce delle neoplasie e compie un significativo passo in avanti con il varo della Rete oncologica, si scopre che chi dovrebbe garantire il secondo livello di intervento non è in grado di assicurare neanche il primo.
Al direttore generale del maggior ospedale pubblico dell’intera provincia di Terra di Lavoro, una domanda secca: quando manca ancora all’arrivo del mammografo/ecografo/reparto/Godot? O l’unica via percorribile è quella della rassegnazione, il rinvio a data da destinarsi? Nel caso, bisognerà trovare il coraggio per fornire una spiegazione, plausibile, alle donne casertane colpite dal cancro.