Ospedale di Mercato San Severino, intervento da record nella Uoc di Endoscopia Digestiva

Ospedale di Mercato San Severino, intervento da record nella Uoc di Endoscopia Digestiva

12 Dicembre 2024 Off Di La Redazione

Un intervento da record è stato effettuato presso la Unità operativa complessa di Endoscopia Digestiva dell’ospedale “Gaetano Fucito” di Mercato San Severino, plesso dell’Azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno. Si tratta di una dissezione endoscopica sottomucosa (Endoscopic Submucosal Dissection, ESD), una tecnica endoscopica avanzata, comunemente eseguita in Giappone per il trattamento dei tumori dello stomaco, ma in Occidente utilizzata soltanto presso i centri endoscopici di riferimento. Tra questi eccelle appunto il reparto di Endoscopia del “Fucito” dove di recente, un paziente sessantenne della provincia di Salerno, ha beneficiato di questa innovativa tecnica che ha permesso la rimozione di un ampissimo tumore squamoso dell’esofago, che interessava la quasi totalità della circonferenza di quest’ultimo, esteso per circa 10 cm.
L’intervento durato quasi tre ore, è stato eseguito dal dott. Mario Gagliardi, dirigente medico dell’Unità Operativa complessa di Endoscopia Digestiva dell’ospedale “Gaetano Fucito” di Mercato San Severino, con il supporto dell’equipe anestesiologica coordinata dal dott. Giuseppe Terraciano e dell’Unità operativa complessa di Chirurgia generale diretta dal prof. Umberto Bracale.
“Una lesione cosi grande, sarebbe stata altrimenti destinata ad un intervento chirurgico demolitivo, ad altissimo rischio di complicanze – dichiara il dott.Gagliardi, ma la tecnica endoscopica in questione, consente di asportare lesioni tumorali di vaste dimensmioni, senza necessariamente ricorrere ad invasive operazioni chirurgiche, rendendo possibile un’accurata valutazione anatomopatologica per stabilire se la procedura è stata curativa”. “Con la ESD – continua il dott. Gagliardi, siamo riusciti a preservare l’organo, evitando al paziente di essere sottoposto all’asportazione completa dell’esofago. La nostra Unità dispone infatti di mini-bisturi, con i quali abbiamo iniettato una sostanza nella sottomucosa che ha scollato la lesione dallo strato muscolare dell’esofago, consentendo quindi una incisione e successiva dissezione del tumore senza danneggiare i livelli più profondi, preservando cioè l’integrita dell’organo, garantendone la collocazione nella sede naturale, con asportazione diretta del tumore, di tutta la circonferenza dell’esofago, e di 15 cm dell’esofago stesso, per assicurare la radicalità chirurgica”.
L’introduzione di questa procedura – spiega il dott.Claudio Zulli, attuale responsabile della Unità Operativa complessa di Endoscopia Digestiva, ha diversi vantaggi in termini di prognosi più precise e dettagliate, con notevole riduzione dei tempi e dei costi dei ricoveri, e soprattutto evita ai pazienti di sottoporsi ad operazioni chirurgiche invasive e non prive di rischi” “Tale progetto – prosegue il dott. Zulli – è il risultato di un lavoro pluridecennale portato avanti dal dott. Attilio Maurano, che negli anni, ha sempre creduto nel valore della tecnologia e dell’innovazione e ha formato una equipe di medici ed infermieri altamente qualificati, con il supporto e la lungimiranza della Direzione strategica del ‘Ruggi’ che ci affianca e ci incoraggia quotidianamente, affinché attraverso la competenza che caratterizza il nostro reparto, sia possibile un’assistenza ai pazienti di tutto il Sud Italia con conseguente riduzione della migrazione sanitaria verso strutture ospedaliere del centro-nord”.
E tutto ciò è confermato anche dalla dichiarazione del prof. Umberto Bracale, che tiene a sottolineare l’altissimo livello professionale dell’Endoscopia Digestiva del “Fucito” con la quale il reparto di Chirurgia generale da lui diretto, ha fattive e quotidiane collaborazioni in grado di offrire ai pazienti un’ampia gamma di possibilità per il trattamento di patologie dell’intero tratto digestivo.
Il paziente sta bene, si alimenta già con cibi solidi e dovrà seguire un periodo di follow up mensile per valutare l’insorgenza di complicanze tardive ed eventualmente trattarle con metodiche mini invasive.