Ospedale di Piedimonte, nuovo primario per la chirurgia
10 Dicembre 2018Il plesso matesino, posto agli estremi confini della provincia di Terra di Lavoro rappresenta un riferimento sanitario essenziale non solo per il vasto bacino d’utenza ma anche perché insiste in una zona disagiata.
L’Ospedale di Piedimonte Matese, dal primo dicembre 2018, ha in carico un nuovo direttore di Unità operativa complessa per la Chirurugia Generale, Gianfausto Iarrobino. Era da tempo che il presidio matesino attendeva una copertura per quel ruolo così necessario anche al rilancio della struttura sul territorio e, finalmente, lo sblocco dei concorsi da parte dell’Asl di Caserta ha consentito una scelta regolare e significativa. Iarrobino, Responsabile della Chirurgia d’urgenza e della Uosp di Chirurgia laparoscopica e d’urgenza fino al 2016 all’Azienda Ospedaliera di Caserta, aveva poi ricoperto dal 2017 presso il Moscati di Aversa il ruolo di responsabile della Chirurgia oncologica. L’intervista, per meglio comprendere con quale sentimento si avvia a questo nuovo percorso professionale in un periodo per l’ospedale di Piedimonte decisamente poco felice.
Un ospedale di frontiera quello matesino?
“Questo ospedale è decisamente strategico – esordisce il dottor Iarrobino – a mio parere, e non solo, imprescindibile nell’ambito del panorama assistenziale provinciale, essendo ubicato ad oltre 40 chilometri da Caserta. Per cui è impensabile ritenerlo superfluo perché ha un bacino di utenza di circa 350 mila persone ed anche i collegamenti, per esempio per l’emergenza traumatica, diventano abbastanza difficili. Si tratta inoltre di un ospedale di tradizione, in ambito chirurgico ha ospitato anche chirurghi con un certo nome, Cantalupo, Musto, che hanno fatto anche chirurgia d’attrazione, grazie ai quali anche fuori dal territorio ci si rivolgeva a Piedimonte. Dal punto di vista dell’accoglienza poi, della ricettività alberghiera è ottimo, ben ubicato e le ultime notizie confermano uno stanziamento di oltre 2milioni e 7 per completare l’ammodernamento della facciata, da quanto so i lavori inizieranno nel periodo pasquale.
Insomma è comunque un ospedale dove puoi farci qualità, ma va sicuramente rilanciato in attrattività, nella dimensione della qualità. Nei tempi scorsi, sia per la mancanza di figure apicali, sia per una certa mancanza di volontà e sicuramente di entusiasmo, è successo che proprio in quest’area venisse messo un po’ nell’angolo, soprattutto per la scelta delle cure oncologiche ci si rivolgeva a Caserta o ad altri presidi fuori provincia e questo ha ovviamente creato un danno all’ospedale stesso perché i numeri degli ingressi sono fortemente diminuiti.
L’Unità Operativa
La mia unità operativa di fatto soffre di questo quadro generale, i dati che emergono fino ad oggi non sono dati edificanti per l’Unità di chirurgia generale e di urgenza. Devo dire però che ho trovato un’ottima squadra, persone giovani, ricche di volontà di fare, mi auguro che con questa nomina possa esserci ora una motivazione maggiore dei chirurghi , degli infermieri e che questo corrisponda ad una risposta da parte del territorio e dei medici di medicina generale che possano indicarci quale risposta per i bisogni dei loro pazienti, perché sicuramente metteremo l’impegno per far si che abbiano qui da noi un trattamento di qualità non inferiore a quello che potrebbero ricevere a Napoli o in altre realtà più blasonate.
Il Servizio
Qui abbiamo tutto, non ci manca nulla. Rianimazione, ottimi laboratori, anestesisti in gamba, ottimi professionisti, reparti accoglienti. Dal punto di vista alberghiero, con una ristrutturazione piuttosto recente, la struttura è perfetta, le modifiche da fare sono minime, il personale infermieristico è altamente qualificato, per quanto riguarda la squadra medica a breve arriveranno due chirurghi giovani che ci daranno una mano.
Qui si effettua tutto il ventaglio chirurgico, nell’ambito emergenze le neoplasie le copriamo tutte, del colon, dello stomaco, e si sta spingendo considerato il mio background decoroso, a lavorare con una chirurgia laparoscopica, a breve avremo una colonna laparoscopica nuova, tutti devices monouso, rispetto al Policlinico, al San Raffaele abbiamo la stessa struttura, non saremo superiori ma certamente non inferiori. Se si offre qualità ed accoglienza nel servizio e nell’assistenza il paziente sicuramente ne avrà beneficio e consiglierà la struttura ad altri e per certo può diventare anche un indotto per il territorio. Dateci qualche mese e vi mostreremo i risultati”.