Ospedale incurabili: a strisce e senza stelle le mura esterne che trasudano storia e degrado.
11 Ottobre 2018Nel secondo, più antico nosocomio di Napoli resta poco di quello che fu un complesso monumentale tra i più importanti d’Italia e d’Europa. Oggi regna il degrado.
Oddio, le zebre, la Savana! Chi è stato in Africa prova un colpo al cuore solo nell’avvicinarsi all’Ospedale degli Incurabili. In piazza Maria Longo – intitolata alla autorevole “mamma” dell’antichissima struttura ospedaliera – il muro esterno fa provare le stesse sensazioni di chi ha visto le zebre galoppare felici: le striature di cemento che ricoprono le facciate per tappare vecchie falle ricordano le zebre e l’Africa.
Bello, grande, imponente, ecco l’ospedale. Entrando ecco altre strisce. Stavolta bianche e rosse su pannelli che impediscono di entrare nel cantiere che blocca da tempo l’accesso alla scalinata centrale. Ospedale o rudere?
Domanda che sembra più che legittima perché è difficile scoprire se lì dentro ci sono letti, medici, sale operatorie. Entrando lateralmente in una sorta di cantinato coperto che ospita motorini ecco un ascensore. Da lì si ha il via libera per gli Incurabili, ospedale che tiene vivo il feeling con il Vecchio Policlinico che cambiando nome è ora pomposamente l’Ateneo “Luigi Vanvitelli”. Ginecologi e ostetrici per anni dalla vicina Facoltà hanno utilizzato i locali degli Incurabili. Quegli stessi che, una volta riaperto il dipartimento di ostetricia e ginecologia universitari (chiuso in attesa di lavori più o meno dal terremoto dell’80), la Procura della Repubblica ha messo sotto sequestro. Furono sigillati e dichiarati inagibili perché pericolosi. E così sono rimasti.
Ostetriche e ginecologi ospedalieri sono andati via, in parte ospitati dal vicino Ateneo, gran parte al Loreto Mare. Ma il feeling con i “docenti” non s’è interrotto. Perciò il professore Giuseppe Conte col suo staff accademico-ospedaliero dirige la nefrologia negli Incurabili. Resta un ricordo quello dell’ortopedia andata via in blocco con il direttore Giuseppe Monteleone, figlio dell’illustre professore Vittorio, specialista che nel grande Cardarelli riuscì ad ottenere un edificio interamente dedicato alla sua disciplina.
Rudere o ospedale? Oggi, ma solo sulla carta, i posti letto sono circa ottanta. Numero da modificare secondo il piano ospedaliero che prevede una struttura capace di accogliere 104 malati nell’ospedale che anni e anni fa vedeva ogni giorno in corsia Giuseppe Moscati, grande medico, oggi santo. La ristrutturazione dell’ospedale programmata dall’Asl cittadina prevede una spesa di circa 18 milioni di euro (per la precisione 17.816,800 secondo la programmazione coordinata dall’architetto Bruno Sielo) per ridare abitabilità e decoro a una struttura oggi vecchia e cadente. Ma gloriosa e ricca di storia. La Farmacia degli Incurabili è un autentico gioiello che forse molti cittadini non hanno avuto il piacere di conoscere perché le visite quasi sempre sono programmate e guidate. Il bravo chirurgo Rispoli, in locali dai quali si accede dal cortile centrale, ha realizzato un bellissimo museo delle arti sanitarie e di storia della medicina. Ma nella sede ospedaliera ancora oggi le poche divisione destinate ai pazienti sono in condizioni penose. Vecchie, sporche, logorate da anni e anni di attività. “Verrà da noi l’oncologia dell’Ascalesi che al momento è parcheggiata nell’Ospedale del Mare – nota un sanitario – così la medicina interna dell’Ascalesi che è anche centro prescrittore di farmaci per l’epatite. Gli Incurabili da ospedale-rudere entro quattro anni dovrebbe ridiventare un’accogliente struttura ospedaliera a indirizzo prevalentemente oncologico”.
Sono previsti lavori in urologia, in rianimazione, in medicina interna, anatomia e nei laboratori. Fra tanto abbandono e penombra brilla un grande faro. E’ la divisione di chirurgia. Brilla e quasi sorprende per la sua moderna bellezza il reparto diretto da Marco De Fazio, primario facente funzioni, dove tutte le camere perfettamente rimesse a nuovo hanno letti con comandi elettrici e televisione, una divisione che dà ospitalità a pazienti chirurgici e urologici. Raccomandazioni, preferenze, amicizie in Asl o in Regione?
Bando a eventuali pettegolezzi. L’importante era cominciare, dare un segnale per far capire che c’è un futuro per l’Ospedale degli Incurabili. E non a caso, con l’inizio dei lavori globali di ristrutturazione, si interverrà anche sul “diruto”, area bombardata durante la seconda guerra mondiale e lasciata in quello stato per oltre sessant’anni.