Ospedale San Paolo, apparecchiature all’anno zero
9 Giugno 2019Le denunce, gravi, sull’arretratezza di buona parte della dotazione tecnologica nel nosocomio di Fuorigrotta, sono dell’Associazione “Salute & Ambiente”.
Ciro Verdoliva, l’ingegnere che ha lasciato con piacere il Cardarelli per dedicarsi ai problemi dell’Asl Cittadina, è un informatico a tutto tondo. Ha un paio di telefonini sulla scrivania e ai collaboratori propone spesso una nuova “app”. “Così capiamo quanti pazienti si devono prenotare, con quest’altra valutiamo quanto dura una visita ortopedica, un’altra applicazione ci fa capire in quanto tempo si levano i punti a un paziente dopo un intervento”….
Ma proprio nell’Asl cittadina l’informatica ha le sembianze di un extraterrestre visto che, per esempio, nell’ospedale San Paolo di Fuorigrotta Angelo Ambrosino – presidente di Salute & Ambiente, associazione onlus che con i suoi volontari si occupa costantemente dei problemi del presidio di Fuorigrotta – ha scritto una lunga lettera al presidente della giunta regionale, al commissario dell’Asl cittadina e al direttore del Distretto 25, proprio quello di Fuorigrotta.
Altro che cellulari, tablet e computer. Negli ambulatori del San Paolo mancano le attrezzature necessarie per curare chi ha problemi di salute. Quelle che ci sono “ricordano il cippo a Forcella”, come avvertiva un vecchio proverbio napoletano. Ambrosino e Aldo Di Bernardo hanno annotato i rilievi di chi visita i pazienti del San Paolo segnando con la penna rossa le carenze. L’elenco inviato al governatore De Luca parte dalla dermatologia (serve un set per la crioterapia) e si interessa di ginecologia, oculistica, urologia, radiologia dove le molte attrezzature al servizio dei cittadini risalgono agli anni ’60. Quasi alla preistoria della sanità del 2019, tenendo presente che da anni e anni il San Paolo come il San Giovanni Bosco è in attesa di una risonanza magnetica. Le promesse non sono mancate: “sarà nuova, modernissima ed efficiente”.
Al momento se ne sono perse le tracce. Ma fra intoppi burocratici e progetti che vorrebbero vedere morto l’attuale San Paolo per realizzarne – secondo la programmazione del governatore De Luca – rapidamente uno nuovo. Come se la storia recente dell’Ospedale del Mare che si sarebbe dovuto inaugurare nel 2008 mentre ha cominciato a funzionare a scartamento molto, ma molto ridotto solo a fine 2018 non ci avesse insegnato nulla. A parte lo sforamento dei tempi, il project financing si è rivelato una burla e oggi l’albergo che dovrebbe ospitare i parenti dei ricoverati è chiuso. Non ha mai funzionato.
Salute & Ambiente va avanti con la nota e si interessa dell’audiologia, odontoiatria, otorinolaringoiatria, chirurgia, neurologia, cardiologia, ortopedia. La carenza di attrezzature spesso costringe i sanitari a dirottare i cittadini verso altri ospedali o centri convenzionati perché ancora oggi una corretta e completa organizzazione dell’ospedale San Paolo e del “territorio” sono nel libro dei sogni.