Ospedale San Rocco, tra assenteisti e sequestri
2 Aprile 2019Direttori sanitari senza titolo, assenteisti cronici e reparti sequestrati. Piove più che sul bagnato per il plesso aurunco che da diversi mesi non trova pace.
Doppia tegola per l’ospedale di Sessa Aurunca, stretto tra lo scandalo degli assenteisti (28) ed i reparti post sotto sequestro (2) dal Nucleo antisofisticazione dei Carabinieri. Ma, procediamo con ordine. A cominciare dai furboni del cartellino che dopo una ispezione dei Carabinieri, ignari di essere intercettati commentavano, sornioni: “Qua o ci arrestano tutti quanti o siamo tutti in grazia di Dio”.
Quasi a lasciar intendere: qui così fan tutti e non possono lasciare l’ospedale senza operatori. Non è stata però una profezia “azzeccata”, perché magari gli arresti non ci sono stati ma le accuse, gravissime e di natura penale, si. Anzi, per 18 dipendenti è scattata la misura di presentarsi alla polizia prima e dopo il turno di lavoro. Insomma, nasce una nuova fattispecie di dipendenti: i forzati del pubblico impiego.
I fatti contestati risalgono al 2017 perché oggi con marcatempo biometrici installati la cosa non sarebbe possibile fanno sapere dall’Asl.
“In ogni casi,saremo durissimi con chi ha sbagliato – commenta il manager dell’Asl di Caserta, Mario De Biasio – non appena il Tribunale ci trasmetterà gli atti, procederemo all’applicazione della legge Madia che, in questi casi, avendo accertati i fatti, prevede il licenziamento”. Gli fa eco il consigliere regionale Emilio Borrelli: “Riponiamo la più completa fiducia nel lavoro dei giudici ma speriamo che stavolta l’esito sia diverso rispetto a quanto è avvenuto per i casi di assenteismo al Loreto Mare dove, ad oggi, nessuno è stato condannato”. “Le frasi che emergono dalle intercettazioni riportate dagli organi di stampa sono di una gravità assoluta e rappresentano una vergogna inaccettabile. Queste persone meritano di essere licenziate in tronco in quanto prive del benché minimo spirito di servizio” rincara la dose Borrelli.
Altro giro, altra corsa con il sequestro del reparto di radiologia e di una sala operatoria, sempre nel nosocomio di Sessa. Al plesso manca infatti, e non è il solo, il certificato della 7301. Fuor dal burocratichese i requisiti di apertura e funzionamento. In merito, dalla Regione, un laconico comunicato:
“La Direzione Regionale per la Tutela della Salute, appresa la notizia relativa al sequestro del presidio ospedaliero di Sessa Aurunca con facoltà d’uso della struttura, ha disposto con immediatezza una visita ispettiva regionale per individuare eventuali responsabilità, la qualità dell’assistenza offerta nel nosocomio e garantire la regolare presa in carico dei pazienti, senza interruzione delle prestazioni ai cittadini”.
Al di là dell’addebito, in questo caso la vicenda potrebbe essere meno pesante di quanto appare perché, ai sensi di un vigente regolamento regionale, le strutture sanitarie procedono in regime di deroga fino al completamento della seconda triennalità ex articolo 20. In altre parole, fino al completamento dei progetti di ammodernamento ed adeguamento funzionale dei lavori previsti nel secondo triennio.