Paolo Morrone: “La pallanuoto mi ha insegnato a gestire lo stress e le emozioni”
9 Aprile 2022“Le avversità fanno si che alcuni uomini si infrangano; e che altri infrangano dei record”.(William Arthur Ward)
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un giovane e talentuoso Pallanuotista: Paolo Morrone.
“Ho iniziato a praticare pallanuoto all’età di otto anni. La prima società in cui ho giocato è stata la Rari Nantes Crotone dove sono rimasto fino ai 18 anni. In questi anni sono arrivati i primi titoli individuali e di squadra disputando con le giovanili sia finali di categoria e sia raduni collegiali. Successivamente mi trasferisco nella Cosenza nuoto partecipando al campionato di serie B sfiorando per due anni consecutivi il salto di categoria. Nel 2014 intraprendo una nuova sfida, arrivo nella Capitale andando a giocare nella Roma 2007 Arvalia. Il primo anno termina con la vittoria del campionato di serie B disputando poi negli anni, diversi campionati di Serie A2. Nel 2017 preso da un progetto ambizioso decido di ritornare a indossare la calottina della Rari Nantes Crotone vincendo uno storico campionato di serie B per poi ritornare nel campionato di serie A2”.
Come hai vissuto e come vivi, come hai affrontato e come affronti la paura della pandemia, del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili e severe misure restrittive?
La prima fase della pandemia dove non si conosceva nulla di questo virus è stato un momento davvero delicato, qualsiasi tipo di certezza è venuta meno e ci siamo ritrovati tutti a combattere contro un nemico invisibile. Le restrizioni iniziali sono state molto difficili da affrontare. Il periodo di incertezza, di paura, il rischio di venire in contatto con il virus mettendo in pericolo le persone che ci circondano hanno fatto sì che tutti noi dovessimo adottare un nuovo stile di vita. Ad oggi dopo due anni la preoccupazione dei contagi e dei rischi legati ad esso c’è ancora, ma la convivenza con il virus sta diventando sempre più pacifica, la direzione sembra quella giusta, questo grazie non sono alle nostre attenzioni e accortezze ma soprattutto alla scienza che in poco tempo ha reso disponibile alla popolazione mondiale un vaccino accelerando la strada verso la normalità.
Quanti danni hanno causato allo sport, le chiusure indiscriminate della prima ora e la confusa se non cattiva gestione politica?
Le conseguenze arrecate dalla pandemia sono state devastanti sotto ogni punto di vista, ma uno dei settori che ne ha risentito di più e che tuttora ne affronta le conseguenze è quello dello sport. Da un giorno all’altro vedere chiudere tutti gli impianti sportivi e non potervi accedere è stato veramente brutto. Se la crisi ha investito il settore del calcio che è lo sport più seguito, figuriamoci tutti gli altri “sport minori” che già prima dell’arrivo del covid facevano salti mortali. Purtroppo, tante società sono fallite e altrettante società hanno dovuto ridimensionare i propri budget per riuscire a sopravvivere. Sicuramente tutte queste restrizioni potevano essere gestite meglio ma essendo un qualcosa che nessuno di noi ha mai vissuto prima c’era da aspettarselo. Per chi pratica sport a livello agonistico ed è abituato ad allenarsi ogni giorno anche con doppi allenamenti, ritrovarsi fermo senza preavviso e senza saper quando poter riprendere ad allenarsi inevitabilmente ha arrecato danni non solo sul piano fisico ma anche su quello psicologico. L’allenamento casalingo effettuato durante il Lockdown era un palliativo che serviva solamente a distrarre la mente e focalizzarsi su altro. La ripresa della forma ottimale dopo mesi di restrizioni non è del tutto scontata, anzi è la parte più dura perché sforzi che prima sembravano normalità ora sembrano immani. Adesso che la situazione sembra che stia migliorando è fondamentale cercare di riavvicinare i più piccoli alla pratica sportiva altrimenti si rischia un cambio generazionale non indifferente.
Quanto valore attribuisci al binomio sport-salute, ovvero quanto è fondamentale l’attività sportiva per il conseguimento ed il mantenimento del benessere psico-fisico?
Praticando attività sportiva da quando ero un bambino penso che la prima cosa da associare ad un buono stato di salute sia appunto la pratica dello sport. I benefici che si ottengono sono molteplici non tanto nell’immediato ma soprattutto nel lungo periodo. Praticare attività sportiva indifferentemente che sia al livello agonistico o a livello amatoriale è molto importante perché ti dà quella consapevolezza che nulla si ottiene senza i sacrifici. Genera un’influenza positiva su tutto il corpo e serve a scaricare tutta la tensione che si accumula durante il giorno per poter ricaricare le pile e affrontare una nuova giornata. Disputando uno sport di squadra ti rende una persona responsabile, consapevole del fatto che si vince e si perde tutti insieme non c’è il singolo ma solo aiutandosi con i propri compagni si ottengono i risultati. Svolgerla nel periodo adolescenziale è molto importate perché aiuta a socializzare, a creare nuovi rapporti di amicizia condividendo la stessa passione ma soprattutto aiuta ad affrontare la vita in modo più sereno.
Cosa ti ha dato e ti dà la pratica sportiva in termini di crescita personale, sociale e professionale?
Semplicemente tutto. Lo sport in generale e nel mio caso specifico la pallanuoto ha contribuito nella mia crescita sotto ogni punto di vista. Dal punto di vista della crescita personale mi ha reso una persona leale, determinata, empatica e mi ha insegnato a restare concentrato anche nei momenti più tesi. Lasciare la propria casa per andare a vivere in un’altra città, inseguendo i propri sogni mi ha cambiato caratterialmente rendendomi più forte, sapendo che le scelte che ho affrontato contribuiranno a rendermi una persona sempre più matura. La pallanuoto mi ha aiutato a crescere in un ambiente sano dove alla base di tutto c’è la fiducia e rispetto reciproco tra compagni di squadra, collaborando al fine di raggiungere gli obiettivi. Mi ha insegnato a riconoscere, gestire, controllare le emozioni e lo stress nei momenti sotto pressione. E non per ultimo, la pallanuoto mi ha aiutato a crescere professionalmente e a lavorare in modo propositivo e collaborativo con i miei colleghi di lavoro e con un forte spirito di squadra.