Parkinson, nuove speranze da anticorpo monoclonale sperimentale
23 Aprile 2024Il Prasinezumab, un anticorpo monoclonale sperimentale che si lega all’α-sinucleina aggregata, sta mostrando risultati promettenti nel rallentare la progressione dei segni motori nei pazienti con malattia di Parkinson (PD) in fase iniziale. Queste osservazioni emergono da una analisi esplorativa dei dati dello studio di fase 2 PASADENA, recentemente pubblicata su Nature Medicine da Gennaro Pagano, ricercatore della Roche Pharma Research and Early Development di Basilea, in Svizzera e dell’Università di Exeter a Londra, Regno Unito. Nonostante lo studio PASADENA non abbia raggiunto l’endpoint primario, i risultati dell’analisi esplorativa indicano nei pazienti trattati un efficace rallentamento rispetto a quelli che hanno ricevuto il placebo, nella su una scala che valuta specificamente la progressione dei segni motori (Movement Disorder Society Unified Parkinson’s Disease Rating Scale; MDS-UPDRS).
Lo studio ha coinvolto 316 individui con PD in fase iniziale, randomizzati in doppio cieco a ricevere infusioni endovenose di placebo o prasinezumab per 52 settimane. L’analisi dei sottogruppi prespecificati ha incluso fattori noti per essere associati a una progressione più rapida della malattia, come l’uso di inibitori MAO-B al basale e lo stadio 2 di Hoehn e Yahr. È importante sottolineare che si tratta di un’analisi post hoc e che sono necessari ulteriori studi clinici randomizzati per validare questi risultati.
“In un trial della durata di un anno è emerso che prasinezumab potrebbe ridurre la progressione motoria in misura maggiore negli individui con una malattia di Parkinson che progredisce più rapidamente” ha commentato Pagano. Questi risultati suggeriscono una possibile efficacia di prasinezumab nel modificare la progressione della malattia di Parkinson, specialmente in pazienti con caratteristiche di rapida progressione. Tuttavia, è fondamentale considerare che i risultati devono essere interpretati con cautela a causa delle dimensioni ridotte di alcuni sottogruppi e dell’assenza di correzioni per confronti multipli.
Fonte: https://www.doctor33.it/articolo/60609/uno-studio-di-fase-2-offre-speranze-per-il-parkinson