Pascale, un’eccellenza della sanità non solo regionale
6 Giugno 2019Il manager Attilio Bianchi: “I dipartimenti per organo ci consentono di non avere un’oncologia generale ma una specifica per ogni organo questo fa aumentare la sopravvivenza del 20%”.
Anche a Chicago, nel recente raduno mondiale degli oncologi medici, il Pascale ha meritato tante attestazioni che introducono la struttura partenopea nel panorama oncologico internazionale. “È il momento, parliamo di eccellenze in sanità”, ha suggerito il presidente della Giunta, pronto per la campagna elettorale-bis. L’input di Enzo De Luca ha un seguito immediato.Nella sala De Sanctis (terzo piano del palazzo della Regione in via Santa Lucia) nel tavolone centrale il governatore si accomoda felicemente in mezzo allo stato maggiore del Pascale. Gerardo Botti, il direttore scientifico, dà il via alle comunicazioni. “Siamo organizzati in dipartimenti per organi con gruppi multidisciplinari dove c’è sempre un ricercatore di immunologia sperimentale”. “Il nostro istituto – ricorda Botti – lavora con altre strutture europee, con gli Stati Uniti, il Giappone e il Canada, siamo coordinatori dello studio sul vaccino Hepovac”. Breve stop, via a un filmatino dal titoletto: “Io mi curo al Sud”. De Luca assiste compiaciuto.
Sisto Perdonà, direttore dell’urologia, ufficializza l’acquisto della doppia piattaforma robotica. Il Da Vinci appena arrivato si affiancherà a quello acquistato nel 2012 che l’anno scorso ha permesso di eseguire circa 250 interventi. Il nuovo robot e sarà utilizzato per urologia, chirurgia generale e otorinolaringoiatria. “Ci consentirà – avverte Perdonà – di togliere il tumore salvaguardando anche l’ultimo millimetro di tessuto sano”. Il governatore assente e sorride.
Paolo Ascierto, uomo di punta dell’istituto dei tumori, è appena rientrato da Chicago dove è conosciuto e stimato dai colleghi presenti al summit mondiale. “Cominciammo i primi studi nel ’90 – ricorda lo scienziato – dal 2006 siamo diventati centro di riferimento per l’immunoterapia del melanoma. Questo rappresenta per noi solo un punto di partenza, perché il Pascale vuole diventare centro di riferimento regionale per l’immunoterapia sperimentale, confermando il proprio ruolo di struttura leader per l’immuno – oncologia”. La parola passa a Michelino De Laurentis che negli Stati Uniti, dopo Monaleesa-7 ha presentato i risultati preliminari di Complement-1. “Il più grande studio al mondo sulla combinazione di terapia ormonale e Ricociclib in pazienti con tumore mammario metastatico ormonosensibile. Quasi 3.500 i pazienti arruolati (tra le pazienti ci sono anche molti maschi) pretrattati con chemioterapia e metastasi cerebrali. Questo nuovo studio – spiega De Laurentiis – avviene in una popolazione di malati molto più ampia ed eterogena rispetto a quella del Monaleesa -7. Si tratta di una popolazione di ammalati più simile a quella reale che afferisce ai nostri ambulatori e dà indicazioni dell’impatto del trattamento nel real world”.
Va avanti, correndo come i bersaglieri, la radioterapia diretta da Paolo Muto. E’ operativa dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20 e il sabato fino alle 13. “Oggi con i tumori si lavora con chemioterapia, immunoterapia e radioterapia: noi vogliamo superare un vecchio gap – chiarisce Paolo Muto – visto che negli ultimi tre anni il numero dei nostri pazienti è raddoppiato passando da mille a duemila persone. Presidente De Luca, è il caso di sbloccare i fondi della legge Amato che consentirebbe al Pascale di avere altri trenta milioni per l’acquisto di altre due macchine da collocare nell’Ascalesi”.
Tocca ad Attilio Bianchi, l’attuale direttore generale chiarire i programmi del Pascale che sarà. “Uscirà dalla collina per andare incontro ai bisogni del cittadino fino a casa. I dipartimenti per organo ci consentono di non avere un’oncologia generale ma una per ogni organo con la presenza di un oncologo, questo fa aumentare la sopravvivenza del venti per cento. La rete Amore – ricorda il manager – ci ha permesso di creare una rete oncologica con Bari e Rionero in Vulture, inoltre dall’anno prossimo Capri diventerà stabilmente un importante crocevia dell’oncologia”.
La chiusura della conferenza, come da prassi, tocca al governatore. De Luca è pronto. “A Chicago il Pascale ha avuto un ruolo da protagonista: per il tumore al seno ha seguito oltre tremila pazienti, un grande lavoro. E avverte: voglio aprire una pagina sulle eccellenze della nostra sanità”. Una breve pausa, poi eccolo con i soliti toni da comizio. “Non ho ancora smaltito indignazione e rabbia per la falsa storia della mancanza di lenzuola al Cardarelli. Prendo atto di un atteggiamento irresponsabile e provocatorio da parte del ministro della Salute e credo che sia il caso di parlare di miracolo della Campania che lo realizza anche se ha 13.500 dipendenti in meno”. Lo preoccupano i 5Stelle, lo spaventa forse molto di più la Lega. “All’amico Salvini ricordo che ogni cittadino campano ha duecento euro in meno rispetto a quelli dell’Emilia e cento in meno rispetto a quelli della Lombardia. Faremmo molto di più se togliessimo i trecento milioni di mobilità passiva. I dati Agenas sono fermi al 2017 perché a Roma si va con calma… Noi abbiamo incrementato i numeri di interventi al femore nelle 24 ore, ridotto drasticamente il numero dei tagli cesarei, anche se ci sono tentativi di squadrismo politico oltre a mantenere le aggressioni a De Luca. Nell’aprile di un anno fa ho presentato la richiesta per attivare la Proton terapia che non parte. I ritardi sono provocati dal ministero che per autorizzare l’impiego dei fondi chiede un piano di vulnerabilità sismica che non riusciamo a fornire per carenza di personale. Ma noi andiamo avanti – il governatore chiude il proprio intervento – con l’oncofertilità per uomini e donne dopo chemio e radioterapia. Signori occupiamoci delle eccellenze”.