Petardi, nonostante l’incoscienza, per fortuna vince la vita
1 Gennaio 2019Nessun decesso, diminuiscono i feriti, ma resta ancora troppo alto il prezzo da pagare in termini di disabilità permanenti che continuano a rovinare l’esistenza delle vittime.
Sono due gli appuntamenti fissi di inizio d’anno ed hanno a che vedere con la vita (nuovi nati) e con la morte (feriti gravi o decessi) dovuti all’uso scriteriato ed illegale di fuochi d’artificio.
Quest’anno, nonostante il ripetersi di assurdi episodi – non sono mancati feriti, anche gravi – per fortuna ha vinto la vita. Nessun decesso. E già questo non è cosa da poco.
Purtuttavia ancora non basta. Resta il bilancio negativo, ancora un autentico bollettino di guerra, di un aumento complessivo degli interventi dei Vigili del Fuoco che, su tutto il territorio nazionale, sono passati dai poco più di cinquecento del 2017 agli oltre seicentoquaranta della notte di San Silvestro dell’anno che si è appena concluso.
Diversi gli episodi gravi: come quello relativo ad un ragazzo che è rimasto gravemente ferito per l’esplosione di un petardo a Cesate, nel Milanese (in terapia intensiva ma non in pericolo di vita); quello di un 19enne che ha perso la mano destra per lo scoppio di un petardo in Val Susa, nel torinese; quello di una donna di 36 anni, di Sant’Agata dei Goti, colpita al petto da un razzo e ricoverata all’ospedale Rummo di Benevento. Quattro, complessivamente, i feriti nel sannio.
Otto quelli che hanno riportato danni per i fuochi d’artificio nel salernitano. A Napoli cala di un’unità rispetto all’anno precedente, il numero dei feriti: 37 rispetto ai 38 del Capodanno scorso. Nell’arida statistica anche le due dita perse da un minorenne nel napoletano.
“In quest’epoca di pazzi” – rifacendoci al noto brano di Battiato – non sono mancati “gli idioti dell’orrore” che hanno preso gusto ad indirizzare petardi e razzi verso un’ambulanza che effettuava il servizio nel quartiere di Pianura.
Risulta difficile da comprendere il gesto di chi, seppur involontariamente, “per festeggiare” finisce per procurarsi ferite, gravi inabilità, o peggio. Ma resta puro mistero l’azione, criminale e belluina, di chi decide di danneggiare un mezzo che potrebbe rappresentare l’unica ancora di salvezza per se stessi o per i propri cari.