Piano di Sorrento: sui colli si spara ai rapaci protetti
30 Dicembre 2023Siamo all’inizio dell’inverno e, a causa di un autunno caldo sono ancora tanti gli uccelli migratori in viaggio verso sud, in direzione delle aree dove passeranno l’inverno e da dove ripartiranno la prossima primavera per tornare in Europa. Sono sempre più numerosi gli appassionati di birdwatching che osservano questo straordinario ed emozionante fenomeno, oltre agli scienziati che studiano gli uccelli migratori, inanellandoli e seguendone le rotte per conoscerli sempre meglio.
Per poterli proteggere è infatti importante individuare le minacce che incombono: dal consumo di suolo ai cambiamenti climatici, che colpiscono le aree di nidificazione così come quelle di sosta utilizzate durante la migrazione, oltre al fenomeno diffuso del bracconaggio.
Non tutti infatti guardano al mondo alato con uguale sensibilità e c’è ancora chi si diverte a fare il tiro al bersaglio a tali esemplari in volo, anche se protetti dalla legge, o chi per alimentare tradizioni anacronistiche non esita a catturarli e ucciderli alimentando il lucroso giro d’affari che ruota attorno alla caccia.
E’ quanto accaduto alla sfortunato Sparviero (Accipiter nisus) impallinato in località Colli S. Pietro alle falde del Monte Vicalvano e recuperato esamine sulla via Meta Amalfi da un cittadino che ha subito allertato il WWF Terre del Tirreno.
L’animale è stato consegnato ai medici dell’ASL veterinaria di via Bagnulo e quindi al Centro Recupero Fauna Selvatica il Frullone di Napoli, per le cure del caso, nella speranza che possa tornare un giorno a volare libero, lontano dalle doppiette di sparatori senza scrupoli.
“Il fenomeno della caccia senza regole nel nostro territorio è duro a morire – racconta Claudio d’Esposito presidente del WWF Terre del Tirreno – lo sparviero è un grosso falco diurno e non si può confondere con nessuna altra specie cacciabile, chi l’ha colpito l’ha fatto deliberatamente! Purtroppo quotidianamente di uccelli ne vengono sparati e catturati a decine, con gabbie trappola e reti, per alimentare le richieste di appassionati e collezionisti del mercato illegale di prede da cucinare o, nel caso di esemplari rari (rapaci notturni, rigogoli, gheppi, sparvieri, ecc.), da imbalsamare e rivendere a collezionisti sul mercato clandestino. Sulle montagne con i volontari del WWF abbiamo individuato in questi giorni nuove postazioni fisse di caccia e reti vietate dalla legge. I controlli purtroppo sono sempre più scarsi, laddove non inesistenti, e per tale motivo le attività venatorie sono esercitate il più delle volte in modo fuorilegge nella certezza dell’impunità.”
Secondo Birdlife International, con 5,6 milioni di uccelli uccisi illegalmente ogni anno, l’Italia è la seconda classificata nel triste campionato del bracconaggio nel bacino del Mediterraneo, subito dopo l’Egitto. Nonostante la costante diminuzione dei cacciatori italiani, la caccia continua a rappresentare una delle principali cause di perdita di biodiversità e diffusione delle illegalità.
Uno studio commissionato dal WWF dimostra come in coincidenza del periodo della caccia aumenta in maniera esponenziale il numero di esemplari appartenenti a specie protette (soprattutto rapaci) che vengono ricoverati nei centri di recupero animali selvatici.
In un contesto così grave le Associazioni di protezione ambientale rappresentano un imprescindibile presidio di legalità ambientale. Il WWF in questi trent’anni dall’approvazione della Legge sulla tutela della fauna selvatica e la disciplina della caccia (L. 157/92) ha condotto importanti battaglie, con centinaia di denunce, ricorsi amministrativi contro provvedimenti regionali e costituzioni di parte civile in processi penali per reati venatori grazie al contributo della rete di Avvocati del Panda oltre alle migliaia di ore di vigilanza delle Guardie volontarie.
L’Unione Europea ha più volte sollecitato l’Italia ad adottare misure concrete di contrasto alle illegalità venatorie mirate, in particolare, ad adottare sistemi più efficaci di raccolta dati, implementare il personale della vigilanza ridotto a poche unità e modificare la legislazione aumentando le sanzioni attualmente inefficaci a contrastare i crimini contro la fauna selvatica.
Nulla però è stato ancora fatto.
Per questa ragione la Commissione Europea ha finanziato il progetto Life SWiPE, di cui il WWF Italia è partner, che punta a rendere più efficaci le azioni di contrasto ai crimini contro la fauna selvatica, migliorando la consapevolezza e la capacità delle autorità pubbliche, anche attraverso il potenziamento dello scambio di conoscenze con magistrati, rappresentanti delle forze dell’ordine e con tutti coloro che hanno un ruolo attivo nelle azioni di investigazione e persecuzione dei crimini contro la fauna selvatica, aumentando la cooperazione nazionale e transfrontaliera.
“La caccia un giorno sarà una pratica del tutto anacronistica. Nel frattempo le accorate segnalazioni dei cittadini, sempre più sensibili a denunciare le attività illecite dei cacciatori, lasciamo ben sperare.”