Piano triennale per uscire dal commissariamento
2 Gennaio 2019Mentre il governatore campano completa l’iter per l’uscita dal commissariamento in sanità, a Roma è cominciato il conto alla rovescia per la nomina del nuovo commissario.
Esattamente un mese fa, nel corso di una sua uscita pubblica, il presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, ribadiva; “Abbiamo fatto un miracolo ed entro il mese di dicembre presenteremo, con un equilibrio finanziario consolidato, un piano triennale di accompagnamento per il rientro nell’ordinaria amministrazione”.
E ancora, “eravamo l’ultima regione d’Italia, oggi siamo a 152 punti, non c’è più motivo per mantenere il commissario in Campania. Se qualcuno pensa di mettere le mani sulla nostra sanità, gliele tagliamo, mi devono sparare in testa: è la sola possibilità. Non butteremo anni di vita per consentire a qualche cinque stelle di offendere il lavoro di anni. Ai miei concittadini devo offrire qualità della prestazione, non pubblico o privato, al di là delle bandiere di partito”.
Infine, “entro il mese di dicembre presenteremo, con un equilibrio finanziario consolidato, un piano triennale di accompagnamento per il rientro nell’ordinaria amministrazione. Quello che dobbiamo pretendere è rispetto dei protocolli, non tollerare strutture camorristiche ed aiutare le strutture private che garantiscono qualità: me ne infischio delle ideologie. Questa è la vera rivoluzione che voglio per la Campania”.
Questi i passaggi salienti, peraltro già noti perché sottolineati anche in altre uscite pubbliche del presidente. Al di là delle esagerazioni verbali, tipiche del personaggio, l’obiettivo è stato rispettato. Il 28 dicembre scorso, infatti, con la delibera numero 893 la Giunta campana ha recepito il precedente decreto commissariale numero 99, sempre di dicembre, avente ad oggetto il Piano triennale di sviluppo e riqualificazione del Servizio sanitario campano. Nella delibera si sottolinea, fra l’altro, come le verifiche trimestrali effettuate sia al Mef sia al Ministero della salute, “hanno attestato il progressivo miglioramento delle attività contabili e sanitarie” con il raggiungimento di “una consolidata stabilizzazione economica ed una marcata crescita degli indicatori che misurano i processi assistenziali”.
Per De Luca, ai sensi della vigente normativa, si è definito “un percorso volto a condurre alla gestione ordinaria la sanità regionale attraverso l’uscita dal commissariamento e l’individuazione per il prossimo triennio (2019-2021) delle direttrici fondamentali di sviluppo e qualificazione a cui astenersi”. Sono sette i punti cardine posti alla base del piano triennale: “Mantenimento dell’equilibrio economico; miglioramento della qualità dell’assistenza (verificata attraverso adempimenti Lea; equità, omogeneità, garanzia dell’accesso alle cure; informatizzazione e costruzione delle reti assistenziali; riorientamento dell’assistenza nella dimensione territoriale ed intermedia; ammodernamento tecnologico ed edilizio; arruolamento e formazione continua del personale; riduzione della mobilità passiva”.
Fin qui provvedimenti e atti volti a delineare il percorso di tre anni che, in regime di affiancamento, continuerà ad accompagnare la sanità regionale ancora sotto tutela seppur fuori dalla gestione commissariale. Ribadiamo, al di là di qualche eccesso il ragionamento potrebbe avere una sua logica. Solo che a Roma non la pensano così. Certo non si procederà con taglio delle mani o con esecuzioni di stampo camorristico ma che “gli odiati 5stelle” abbiano tutte le intenzioni di far fare un bel ruzzolone a Vincenzo De Luca non è un mistero per nessuno. Nominargli un commissario equivarrà ad una dichiarazione di guerra e, conoscendo il carattere del governatore, De Luca non si tirerà indietro. Ne vedremo “delle belle” ma a prezzo di una sanità ancora più sfilacciata e rissosa. Con buona pace dell’assistenza.