Picco influenzale, Cardarelli sotto assedio
8 Gennaio 2019Putroppo la cultura “ospedalocentrica”, che ancora non si riesce a contenere in ambiti accettabili, consegna il dato di 64% di accessi impropri e di un emergenza in affanno.
Come ogni, anno il periodo di massima espansione dell’influenza coincide con un surplus di accessi, nei Pronto soccorso dei principali nosocomi campania, da mettere in ginocchio anche la migliore organizzazione sanitaria del mondo. Anche il Cardarelli, come altri Dea di I e II livello della Regione Campania, continua ad essere sotto pressione, infatti, a causa dell’altissimo numero di accessi degli ultimi giorni, fenomeno che si era notevolmente ridotto dall’ottobre scorso. Talesuperafflusso coincide con il picco influenzale che in questa settimana era atteso e che trova conferma nelle patologie che giungono al PS e per le quali necessita il ricovero in area di emergenza.
Un momento di criticità al quale l’Azienda ha inteso rispondere con una nota nella quale, tra l’altro, si legge che: “Il dato attenzionato riguarda, come è ovvio, il numero di barelle nelle unità operative dell’area di emergenza, che ha superato alle ore 8,30 di ieri mattina la soglia di criticità “arancione” (< 35)*1.
Le azioni messe in campo, predisposte preventivamente con disposizioni che, da tempo, pianificano quanto necessario in casi di superafflusso, stanno consentendo di liberare un discreto numero di posti letto, che certamente non riduce l’allerta di queste complesse giornate, ma alleggerisce la pressione sul pronto soccorso e diminuisce il numero di barelle per il quale resta alle 19,00 di ieri – complessivamente – una criticità “verde” (< 20)*1. *1 le soglie di criticità stabilite in base all’esperienza di barelle nell’area di emergenza sono: fisiologica < 10; verde <
20; gialla < 30; arancione < 35; rossa < 40; rossa+ > 40;
Si evidenzia l’alta percentuale di pazienti – dimessi nelle prime 2/6 ore o comunque non oltre le 12 ore dal P.S. – con valori pari al 64%; tali accessi – da definire INAPPROPRIATI” – generano l’”affollamento” ovvero il “congestionamento” del Pronto Soccorso con gravissime ripercussioni sui tempi di attesa, sui tempi di trattamento complessivo nonché sul sovraffollamento delle aree di attese sia degli accompagnatori ma – soprattutto – dei pazienti tali accessi “INAPPROPRIATI” incidono, poi, sugli operatori sanitari (medici, infermieri, operatori sociosanitari) che sono costretti a visitare un maggior numero di pazienti in altissime condizioni di stress temporale; per quest’ultima difficoltà la Direzione strategica ha autorizzato l’integrazione di operatori sanitari per ogni turno fino al rientro delle soglie stabilite per la dichiarazione di “crisi”.