Pizza sì, ma iposodica
6 Marzo 2019Non si fa mai abbastanza per sensibilizzare sulla necessità di ridurre il contenuto di sale nei cibi. La riduzione dell’insaporitore di vivande, infatti, aiuta a prevenire numerose malattie.
Nell’ambito della Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale oggi a Napoli una nuova fase dello studio in corso relativo all’impasto realizzato con sola acqua di mare pura al 100%, senza aggiunta di cloruro di sodio, da Guglielmo Vuolo, attraverso una collaborazione tra la sezione campana della Società Italiana di Nutrizione Umana di cui è referente la professoressa Lillà Lionetti, la Federico II e l’Istituto di Scienza dell’Alimentazione del Cnr di Avellino.
Recentemente, nell’Istituto di Scienza dell’Alimentazione si è proceduto all’analisi del contenuto di minerali dell’impasto base della pizza all’acqua di mare in un confronto rigoroso in cieco con quello dell’impasto tradizionale che conteneva circa 1.5 g di sale per 100 grammi. “I risultati dell’analisi – afferma Maria Grazia Volpe, del Cnr di Avellino – hanno rivelato che il contenuto di sale dell’impasto sperimentale era ridotto di quasi il 50% rispetto a quello tradizionale mentre incrementi significativi sul piano nutrizionale si realizzavano per il contenuto di potassio, calcio, magnesio, ferro e iodio, differenze attese in ragione della composizione dell’acqua di mare”.
“Numerose sedute di degustazione del nuovo modello di pizza – si legge in una nota- ne hanno già indicato in passato l’ottima ‘palatabilità’ ma di comune accordo i soggetti coinvolti nella sperimentazione hanno deciso di condurre con rigore scientifico un test ‘triangolare’ per verificare, con ragionevole attendibilità, se esistono o meno differenze apprezzabili al gusto tra le due tipologie di impasti: i test saranno eseguiti nel corso della Settimana 2019 Meno Sale Più Salute con la supervisione di Maria Luisa Ambrosino che guiderà un panel di assaggiatori della Camera di Commercio di Napoli”.