Policlinico Federico II: la telemedicina per ottimizzare le terapie nello scompenso cardiaco

Policlinico Federico II: la telemedicina per ottimizzare le terapie nello scompenso cardiaco

20 Gennaio 2025 Off Di La Redazione

La cura a distanza funziona anche meglio e così, a partire dal periodo Covid, nel reparto di Medicina Interna ad indirizzo Metabolico e Riabilitativo dell’Azienda Ospedaliera Federico II di Napoli l’utilizzazione della telemedicina ha ridotto il numero di ospedalizzazioni e mortalità per insufficienza cardiaca di circa il 15%.

Sono alcuni dei dati di uno studio scientifico coordinato dal dottor Andrea Salzano e illustrato dal direttore del reparto, Antonio Cittadini, coordinatore del Registro internazionale sullo scompenso cardiaco T.O.S.C.A., che ha promosso a Napoli il congresso nazionale della Scuola Mediterranea sull’insufficienza cardiaca ospitando studiosi del settore.

Tra le best practices illustrate nelle assise organizzate insieme con l’Associazione Medici Diabetologi, la Società Italiana di Medicina Interna, la Società Italiana di Cardiologia e l’Italian Heart Failure Association, sono emerse quelle dei Policlinici universitari di Bari e di Modena-Reggio Emilia.

    All’Unimore la telecardiologia all’avanguardia nel Centro PASCIA (Programma assistenziale scompenso cardiaco, cardiopatie dell’infanzia e a rischio), diretto dalla professoressa Maria Grazia Modena, ha portato anche ad un indotto di benefici per i tempi di vita dei pazienti e dei caregiver e ad una sensibile riduzione di spesa per il sistema sanitario. Il Centro Interdipartimentale di Ricerca in Telemedicina, diretto dal prof. Angelo Vacca in seno all’Università di Bari (Citel-Uniba), utilizza la telemedicina anche al servizio della solidarietà internazionale avendo avviato un progetto di verifiche diagnostiche a distanza in Paesi africani. In Campania sono molteplici i casi di eccellenza nella telemedicina: dal progetto di telemonitoraggio dell’Unità Operativa Complessa di Medicina interna e Nutrizione clinica del Policlinico federiciano alle app all’avanguardia sulla cardiologia digitale utilizzate all’Ospedale dei Colli, nella Cardiologia del Monaldi.
    L’altra grande sfida illustrata da Antonio Cittadini, presidente designato dell’Associazione Italiana di Cardiologia Preventiva e Riabilitativa, è quella della riabilitazione cardiologica che, spiega il professore, “riduce la mortalità e migliora la qualità della vita in generale in tutti i pazienti con malattia cardiovascolare ed in particolare in quelli affetti da insufficienza cardiaca”. Riabilitazione, naturalmente, che si aggiunge ai farmaci: “Oggi sono disponibili farmaci potenti che, in combinazione, riducono in maniera enormemente significativa la progressione e la mortalità della malattia. Ma la riabilitazione cardiologica è un pilastro”. Essa, come evidenzia Cittadini, “si basa non solo sull’esercizio fisico, ma su modifiche dello stile di vita, interventi nutrizionali e controllo dei principali fattori di rischio”. Ecco che, con questa finalità di controllo e prevenzione sistemica, proprio nel reparto di Medicina Interna ad indirizzo Metabolico e Riabilitativo dell’Azienda Ospedaliera Federico II, è nata ad inizio 2023, dopo una fase sperimentale, la “Palestra del cuore”. Un servizio di assistenza multidisciplinare, coordinato dal prof. Alberto Maria Marra, con figure professionali che lavorano in team: dal dietista allo psicologo, dal fisioterapista all’infermiere specializzato. Un percorso di due mesi a cui si può accedere in convenzione con il Servizio sanitario nazionale e che fornisce il monitoraggio dell’attività cardiaca durante l’esercizio fisico, istruzioni sull’alimentazione, sul miglioramento dei fattori di rischio, come la cessazione del fumo, sul miglioramento della qualità di vita e il mantenimento di un adeguato peso corporeo, l’aderenza alla terapia. Ed offre altre tipologie di intervento, come quello psicologico, e di riduzione del rischio residuo mediante una utilizzazione mirata della farmacoterapia e della aderenza alla stessa. E nella ‘palestra del cuore’ del Policlinico federiciano opera un fisioterapista con caratteristiche peculiari: Dino Della Ventura, 43 anni – maestro di arti marziali, esperto di ginnastica artistica e canto – che stimola i pazienti aiutandoli nella riabilitazione anche con il ricorso a discipline apparentemente lontane da un intervento ‘sanitario’. “La riabilitazione può risultare noiosa per alcuni pazienti – dice – se ci mettiamo un po’ di divertimento diventa più leggera”.