Poliomielite a Gaza: Un Ritorno che Fa Tremare un Territorio già Martoriato

Poliomielite a Gaza: Un Ritorno che Fa Tremare un Territorio già Martoriato

22 Agosto 2024 Off Di Fabio De Biase

Il 17 agosto 2024 segna una data che risuonerà a lungo nelle menti dei residenti della Striscia di Gaza. In una terra già lacerata da conflitti, povertà estrema e crisi umanitarie senza fine, un nuovo spettro ha fatto la sua apparizione: la poliomielite. Un virus che pensavamo appartenesse al passato, ma che ha colpito una giovane vita, ricordando al mondo quanto sia fragile l’equilibrio della salute pubblica, specialmente in un luogo come Gaza.

L’annuncio del primo caso di poliomielite da molti anni a questa parte è arrivato con un boato di preoccupazione e paura. Le autorità sanitarie di Gaza, coadiuvate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno confermato che un bambino è stato contagiato dal virus, riaccendendo il timore di un’epidemia in un’area densamente popolata e con un sistema sanitario già al collasso. Questa notizia è come un fulmine a ciel sereno, ma le premesse erano purtroppo tutte presenti.

La poliomielite è una malattia che molti avevano relegato ai libri di storia, soprattutto dopo le campagne di vaccinazione di massa che negli ultimi decenni hanno permesso di debellarla in gran parte del mondo. Ma Gaza, con la sua realtà complessa fatta di blocchi, scarsità di risorse e una popolazione in trappola, non può godere degli stessi successi ottenuti altrove. Qui, la lotta quotidiana per la sopravvivenza fa passare in secondo piano la prevenzione sanitaria, e il virus ha trovato una fessura nella quale inserirsi.

Secondo quanto riportato dall’ANSA, i funzionari locali sono in allerta, cercando di contenere la diffusione del virus e avviare immediatamente una campagna di vaccinazione. Tuttavia, la mancanza di accesso a forniture mediche adeguate e l’isolamento a cui è sottoposta Gaza rischiano di trasformare questo singolo caso in un disastro su larga scala. La popolazione, già stremata da anni di sofferenze, guarda con angoscia all’ennesima minaccia che incombe sul proprio futuro.

Questo caso non è solo un episodio isolato di malattia, ma un riflesso delle condizioni critiche che persistono in questa striscia di terra, dove il diritto alla salute è spesso sacrificato sull’altare delle dispute geopolitiche. L’insufficienza di vaccini, combinata con le difficoltà di accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici, crea un terreno fertile per il ritorno di malattie che nel resto del mondo sono ormai scomparse. Gaza, tuttavia, sembra essere rimasta bloccata in un ciclo di sofferenza senza fine, dove anche un nemico invisibile come un virus può portare devastazione.

Di fronte a questa nuova emergenza, il mondo è chiamato a non voltarsi dall’altra parte. È essenziale che la comunità internazionale intervenga non solo con parole di solidarietà, ma con azioni concrete, garantendo che le vaccinazioni arrivino a chi ne ha bisogno e che l’assistenza sanitaria diventi una priorità in un territorio che da troppo tempo conosce solo la privazione.

Il caso di poliomielite a Gaza è un campanello d’allarme che suona forte e chiaro. È una tragica testimonianza di come, in un mondo sempre più globalizzato, nessuno sia davvero al sicuro finché non lo sono tutti. Gaza, con la sua storia di sofferenza, non può essere lasciata sola a fronteggiare questa ennesima minaccia. Se c’è una lezione da imparare da questo evento, è che la salute di ogni bambino, in ogni angolo del mondo, è una responsabilità collettiva. E Gaza, oggi più che mai, ha bisogno di quella responsabilità.