Post Covid, l’impatto sul benessere del cuore
11 Giugno 2022Ieri, venerdì 10 giugno, si è tenuto un convegno sul tema dell’impatto del doping sulla salute fisica e mentale nel Dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli Federico II. Sono intervenuti numerosi esperti del settore, tra i quali Michele Marzullo che si occupa di cardiologia e medicina dello sport ed è consulente presso la direzione sanità dell’arma dei carabinieri. Con Marzullo (nella foto realizzata da Antonino Fattorusso) abbiamo affrontato il tema del doping e della miocardite.
Il doping è un argomento di estrema attualità, come influiscono queste sostanze sul cuore e quali problemi possono causare?
Le sostanze dopanti possono causare la miocardite, ossia un’infiammazione del muscolo cardiaco, una patologia curabile che però può sfociare nella cardiopatia dilatativa, che invece non è curabile, bisogna intervenire con degli impianti esterni come il defibrillatore.
Con quali sintomi si manifesta la miocardite? Come è possibile prevenirla per evitare incidenti mortali?
La miocardite spesso per un lungo periodo è asintomatica, può portare dei sintomi come la stanchezza e le palpitazioni. Per effettuare una diagnosi corretta c’è bisogno di un ecocardiogramma o di una risonanza magnetica con gadolinio.
Come si collega la miocardite ai postumi post SARS Covid?
Il periodo post covid porta ad una serie di difficoltà collegate a dei sintomi, quali la stanchezza e l’astenia, ossia uno stato di debolezza generale dovuto alla riduzione o alla perdita della forza muscolare. Dopo una qualsiasi malattia virale bisogna astenersi almeno per 7-8 giorni da attività fisiche intense, soprattutto se c’è stato un episodio febbrile. Il vaccino produce nell’organismo una risposta immunitaria, il cuore è quindi ipersensibile agli stimoli esterni e bisogna evitare di sforzarlo.
Cosa possono fare le istituzioni e la medicina per prevenire questa malattia?
Bisogna pretendere dalle istituzioni una seria e vera medicina preventiva; infatti, la legge esiste solo sulla carta ma non viene applicata. Bisogna essere più vicini alle esigenze dei cittadini ed essere più presenti nelle loro vite. Solo così si possono ridurre gli incidenti cardiovascolari in soggetti che hanno un cuore “sano”.