Pozzi inquinati, si cercano le cause
5 Settembre 2019Istituzioni locali sannite, Arpac, Asl, Associazioni e Società specializzate per ampliare le verifiche atte ad individuare le cause delle contaminazione delle acque.
Si procederà allo scavo di qualche almeno altri due pozzi piezometri. Lo scopo è di raggiungere le falde ed analizzarle perché si aggiungano ulteriori dati alle analisi già effettuate dalla società (Artea srl) incaricata dal Comune di effettuare il piano di caratterizzazione per individuare la fonte di inquinamento da tetracloroetilene. Èuna delle decisioni emerse al termine della conferenza dei servizi tenutasi ieri l’altro negli uffici della Regione di piazzale Gramazio a Benevento.
Presenti i vertici della struttura preposta alle autorizzazioni ambientali e rifiuti della Regione, le associazioni Altrabenevento, Comune, Provincia, Arpac, Asl, Gesesa e l’Artea srl che ha presentato i dati del primo studio effettuato nella zona di Pezzapiana e Rione Ferrovia.
“È stata una Conferenza di servizi molto articolata – ha spiegato Gianpaolo Parente, dirigente dell’ufficio che ha ospitato il confronto – durante la quale abbiamo acquisito i pareri in merito alla prima fase del piano di caratterizzazione presentato dalla società incaricata dal Comune di Benevento”. “Dalla lunga riunione – ha aggiunto – sono emersi i presupposti per fare un lavoro diligente volto a scoprire finalmente le fonti di contaminazione nel più breve tempo possibile” per i pozzi di Campo Mazzoni, nella zona di via Nuzzolo e Pezzapiana, nell’area di via Mura della Caccia.
La conferenza dei servizi si aggiornerà il prossimo 18 settembre per acquisire “ulteriori dati sugli esami fatti nei pozzi privati delle zone interessate. “Bisogna capire bene – ha puntualizzato – quanto sia esteso il sito contaminato. In questa prima fase ci sarà l’integrazione di un paio di piezometri (pozzi) per verificare con attenzione i valori e per capire da dove arriva la contaminazione”. In merito all’ipotetica chiusura dei pozzi interessati dal tetracloroetilene Parente ha chiarito che : “Nessuna chiusura perché l’acqua risulta potabile”.
Continuano invece a chiedere l’immediato stop all’emungimento da quelle falde nella zona bassa di Benevento, gli attivisti di Altrabenevento: “Non possiamo aspettare che l’acqua diventi non potabile”, ha incalzato Gabriele Corona, che avverte: “a quel punto sarebbe troppo tardi. I pozzi vanno comunque chiusi perché risulta una contaminazione delle falde al di sopra dei valori stabiliti dalla legge”.