Presidio lavoratori vertenze case di cura davanti il Palazzo della Regione

Presidio lavoratori vertenze case di cura davanti il Palazzo della Regione

27 Settembre 2024 Off Di La Redazione

Il segretario area metropolitana Cisl Fp, Luigi D’Emilio: “In riabilitazione mancano  700 posti”. Massimo Imparato, coordinatore provinciale della Fp Cisl: Una situazione drammatica”.

 

Il presidio dei lavoratori delle Case di Cura Clinic Center di Napoli e Alma Mater Villa Camaldoli davanti palazzo Santa Lucia ha prodotto un primo risultato. La Regione ha indetto un incontro per giovedì 3 ottobre per affrontare le problematiche legate alla sospensione delle attività a seguito della dichiarazione dello stato di crisi per esaurimento del budget.

Massimo Imparato, coordinatore provinciale della Cisl Funzione Pubblica, segnala che “siamo davanti ad una situazione drammatica, con un esubero di 250 dipendenti e la sospensione di tutti i contratti libero professionali. Tagli che si aggiungono agli attuali vuoti di organico, con migliaia di addetti che non vengono assunti nonostante ci sia la copertura finanziaria. Un altro ennesimo ed inspiegabile paradosso di un territorio dove i servizi primari sono una possibilità e non la regola. Per questo riteniamo che sia arrivato il momento di accendere i riflettori sui tetti di spesa e sui sistemi di accreditamento, temi che porremo all’attenzione della Giunta nel confronto convocato dagli uffici della presidenza”.

La crisi delle due cliniche riaccende i riflettori sul tema più generale della riabilitazione, che fa quasi del tutto capo al privato accreditato. “Per  le terapie di ripresa post-operatoria e la lungodegenza – sottolinea il leader della Cisl FP di Napoli Luigi D’Emilio –  mancano 719 posti letto su 1700, il 42% del totale previsto nello specifico dal piano sanitario, una cifra ancora più alta di quella relativa ai vuoti complessivi, pari al 30% dei 10 mila assegnati alle strutture dell’area metropolitana. Siamo nei fatti al disastro sociale, perché vuole dire che 719 pazienti non possono essere trasferiti in clinica per le terapie specifiche, con un ulteriore ingolfamento dei pronto soccorso e delle strutture ospedaliere a danno di altri ammalati. Una vera e propria guerra tra i poveri, a meno che non si va fuori regione, se si hanno le possibilità economiche, <scelta> che ha prodotto una spesa di 30 milioni per la mobilità passiva solo in questo comparto. E’ evidente che il sistema sta andando verso l’implosione definitiva. Noi siamo pronti – dice il segretario generale della più potente federazione di categoria – ad aprire una vertenza immediata affinchè i livelli istituzionali competenti facciano la loro parte, e mettano fine a questo far west. Napoli e il suo territorio non meritano tutto questo!”