Prevenire le demenze
28 Maggio 2019L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha varato nuove linee di intervento che hanno come obiettivo la riduzione dei rischi legati al decadimento cognitivo.
L’Italia è uno dei paesi europei sempre più vecchio (età uguale o superiore a 65 anni) e quasi il 17% della popolazione, per un totale di 9,5 milioni, ha superato i 65 anni di età. Sono pertanto in aumento tutte le malattie croniche, in quanto legate all’età, e tra queste le demenze.
In Europa, secondo dati Istat l’Italia si colloca al secondo posto dopo la Germania, con un numero di anziani, di età uguale o superiore ai 65 anni, di 12.639.000, pari al 21,2% della popolazione totale. Anche l’indice di vecchiaia, definito come il rapporto percentuale tra la popolazione in età anziana (65 anni e più) e la popolazione in età giovanile (meno di 15 anni), colloca l’Italia al secondo posto in Europa dopo la Germania, con un rapporto di 144 anziani ogni 100 giovani. Le proiezioni demografiche mostrano una progressione aritmetica di tale indicatore fino a giungere nel 2051 per l’Italia a 280 anziani per ogni 100 giovani. In Campania, per la sola malattia di Alzheimer si parla di oltre 60mila pazienti. Se ne ricava che la patologia degenerativa cognitiva rappresenta uno dei problemi prioritari di sanità pubblica.
Partendo da queste premesse l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha pubblicato nuove linee guida che offrono una base di conoscenze per ridurre i rischi di declino cognitivo e demenza attraverso strategie di sanità pubblica.
Gli esperti sostengono fortemente la raccomandazione di promuovere l’attività fisica per ridurre il rischio di declino cognitivo negli anziani, anche nelle persone con compromissione cognitiva lieve. Inoltre, il documento sostiene la promozione della cessazione del tabagismo, della riduzione del consumo nocivo di alcol, e un aiuto per i pazienti a perdere peso in eccesso nella mezza età. Inoltre, viene incoraggiata l’adozione di una dieta sana. A questo proposito, si sottolinea che una dieta in stile mediterraneo può essere in grado di ridurre il rischio di demenza, mentre gli integratori di vitamine B ed E, acidi grassi polinsaturi e multivitaminici non sono raccomandati per la riduzione del rischio. Negli adulti più anziani con cognizione normale o lieve menomazione può essere utile offrire programmi di allenamento cognitivo, ma la qualità delle prove a supporto di questa raccomandazione è bassa. I ricercatori non hanno trovato inoltre prove sufficienti sul fatto che l’attività sociale fosse in grado di ridurre il rischio di demenza, ma evidenziano che la partecipazione e il supporto sociale sono in realtà importanti in tutti i contesti della vita. Da ultimo, il documento si occupa dei pazienti con ipertensione, diabete e depressione, che dovrebbero essere gestiti secondo le linee guida esistenti, anche se non è chiaro se il fatto di seguirli in modo specifico possa portare a un più basso rischio di demenza.