Quando il gioco ti prende la mano
20 Dicembre 2018Oramai si parla di ludopatia, una malattia compulsiva vera e propria che dilapida fortune e rovina famiglie. Con una percentuale preponderante di soggetti maschi (90%) che cadono nella rete.
Il gioco d’azzardo sta dilagando in maniera spaventosa . I dati forniti dal Codacons sono davvero preoccupanti. Nella sola Campania si parla di 1.700 persone che fanno riferimento ai centri antiludopatici che sono presenti in tutti i Servizi per le tossicodipedenze delle Aziende sanitarie locali. Il numero dei giocatori compulsivi che si rivolgono ai centri specializzati in cerca di aiuto va, secondo studi attendibili, moltiplicato almeno per tre. Il che significa che i campani colpiti dal “virus del gioco” sono almeno 5.100.
Della scottante problematica abbiamo parlato con il dottore Gianpaolo Palumbo tossicologo ed attivamente impegnato, da volontario, su queste tematiche.
Dottore Palumbo il gioco d’azzardo è in crescita, si riesce a guarire dalla ludopatia?
“Purtroppo i dati sono allarmanti . Il fenomeno è molto diffuso. Ne sono coinvolti giovani e meno giovani. Certo che si può guarire, bisogna però avere la volontà di uscire dal tunnel”.
Le terapie da seguire?
“Sono le stesse che vengono pratiche per chi fa uso di droghe. Ci sono dei centri di accoglienza con medici specializzati in materia”.
Quali sono i sintomi che avverte chi soffre di questi comportamenti compulsivi?
“Possono essere molteplici, in primis ansia e depressione”.
Un fenomeno in preoccupante crescita anche fra gli adolescenti. In Italia è del 49% la percentuale dei giovani tra i 14 e i 19 anni che hanno giocato d’azzardo almeno una volta all’anno. Sono alcune statistiche sulle dipendenze giovanili presentate nel nuovo numero di ‘A Scuola di Salute’ (fonti: Osservatorio Europeo sulle droghe, Doxa, Istat, Nomisma e Unipol), a cura delI’Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell’Adolescente.
Si tratta di una dipendenza senza sostanze che rientra in quella più ampia da internet. Tutto si incentra sul craving: il desiderio improvviso di giocare d’azzardo, l’astinenza (irrequietezza con sintomi fisici e psicologici se non si riesce a giocare) e la tolleranza, intesa come un aumento progressivo del tempo di gioco con disinteresse verso gli hobby precedenti. Il gioco diventa pericolo quando si perde la capacità di stabilire e rispettare un determinato limite di tempo e denaro da impiegare.
Per questo è fondamentale l’attenzione da parte del nucleo familiare a questi segnali indicatori: frequenti assenze scolastiche ingiustificate; disturbi del sonno; furti di denaro o oggetti di valore in casa; disinteresse verso attività ricreative; sviluppo di sintomi dissociativi; ritiro sociale; disinteresse verso attività scolastiche; perdita del senso di realtà; obesità; aumento progressivo del tempo dedicato a internet.
I dati su questa dipendenza sono allarmanti. Secondo l’Osservatorio Nazionale sulla Salute dell’Infanzia e dell’Adolescenza, in Italia il 20% dei ragazzi tra i 10 e i 17 anni frequenta agenzie di scommesse e il 25% dei più piccoli (di età compresa tra i 7 e i 9 anni) usa la propria ‘paghetta’ per lotterie e ‘gratta e vinci’.
Per fronteggiare la dipendenza è fondamentale non sottovalutarne l’entità e avviare interventi terapeutici specifici in strutture che forniscano servizi psicologici a sostegno del giocatore.