Quando l’eroe veste i panni del veterinario
5 Giugno 2019In terra di camorra, lo svolgere semplicemente ed onestamente la propria attività di controllo diventa intralcio ai disegni criminosi delle agro-mafie.
È una raccolta di sette storie, tutte autobiografiche, che raccontano di come, altrettanti veterinari, nella loro veste di funzionari pubblici, hanno saputo resistere, denunciandolo, i fenomeni dell’infiltrazione criminale, della corruzione, del comportamento intimidatorio, nell’ambito della loro attività istituzionale. Sono storie da leggere per riflettere e decidere su quali siano i valori importanti dell’agire professionale, della resilienza di una professione per un fenomeno sottaciuto, ma portato avanti dalle agro-mafie verso coloro che con impegno, responsabilità e lealtà tutelano ogni giorno la salute ed il benessere animale, garantendo la sicurezza alimentare a difesa della salute pubblica, per assicurare cibi sani e sicuri.
È, in sintesi, il senso del libro “Veterinaria e mafie”, presentato nell’aula magna della camera di commercio di Benevento. A spiegare le ragioni del lavoro, l’autrice, Eva Rigonat, medico veterinario. “In realtà – ha puntualizzato – gli autori di questo libro sono i medici veterinari perseguitati dalle mafie che il silenzio di troppi, potenti e non, mette nelle file della solitudine umana le loro storie ci raccontano di persone normali che non chiedevano di essere degli eroi. Gente che voleva solo fare bene il proprio lavoro. Un desiderio semplice.
Talmente semplice, talmente forte nel richiamo alle radici di un ruolo da essere destrutturante per una società devastata dalla “questione morale”. Quasi tutti questi medici – ha aggiunto – sono accomunati dall’aver trovato nella famiglia e nell’ambiente esterno a quello lavorativo, e spesso anche in quello esterno a molte istituzioni, la forza di resistere. Tutti sono accomunati da comportamenti dettati dall’abitudine all’onestà e dalla convinzione di non poter essere diversi per riuscire a stare con sé stessi”.
Ma a come vanno le cose? “Fenomeni di mafia nell’ambito dell’economia legata all’agroalimentare – ha affermato Michele Martino, referente di Libera – non ne sono stati registrati sinora. Resta però il fatto che qui, la criminalità organizzata è una realtà. Droga, usura, racket sono presenti nel nostro tessuto economico e sociale”. All’incontro ha preso parte anche il procuratore aggiunto Giovanni Conzo. “E’ un fenomeno che interessa tutto il Paese. Le truffe nell’agroalimentare ci sono e come. E’ un realtà per lo più occulta e proprio per questo, difficile da contrastare”. Il magistrato, che è stato a lungo nella direzione antimafia, con risultati brillantissimi, ha poi ricordato la sua esperienza di sostituto alla procura del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il suo impegno nella lotta alle truffe perpetrate da alcuni allevatori con la brucellosi e l’impiego di ormoni per gonfiare la produzione di latte delle bufale. “In ogni caso – ha avvertito – si tratta di una criminalità contro la quale occorre un salto di qualità che deve consistere – ha sintetizzato – in una lotta comune delle istituzioni preposte. Voi veterinari – ha concluso – siete in prima linea in questo sforzo, a tutela di un bene primario come la salute dei cittadini. Indispensabile il coordinamento con le Forze dell’ordine, la Magistratura, per dare sempre più efficacia a questa lotta”.
Occorre, insomma, uno sforzo “comune – ha ricordato il vice presidente della Cciaa, Aurelio Grasso – che deve vedere sullo stesso fronte veterinari, istituzioni pubbliche, forze dell’ordine e della magistratura”. All’appuntamento hanno offerto il proprio contributo il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Alessandro Puel; il suo omologo della GdF, colonnello Mario Intelisano; il commissario Umberto De Felice, in rappresentanza del questore. Hanno partecipato, tra gli altri, il direttore generale dell’Asl sannita, Franklin Picker; ilvicepresidente della confindustria sannita, pasquale Lampugnale. Ha introdotto i lavori Angelo Zerella, segretario aziendale della federazione dei medici veterinari ed Aldo Grasselli, presidente nazionale della federazione, con il presidente regionale della stessa organizzazione, Giovanni Bruno, che ha moderato la tavola rotonda.