
Questioni di … cuore
22 Marzo 2025Matteo è un medico di poche parole ma uomo di certezze. Laureato e Specializzato in Malattie Cardiovascolari presso la Seconda Università di Napoli. Inquadrato nel ruolo di Dirigente medico di Primo-livello presso la Divisione di Cardiologia dell’ospedale Sangiovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. Figlio d’arte: il Padre era medico di famiglia e del Padre ha ereditato la passione. Infatti, nel 1998 è medico di Medicina generale dell’Asl Sa2 dove ricopre diversi incarichi istituzionali. Attualmente Presidente provinciale SIICP (Società Italiana interdisciplinare Cure primarie). Autore di pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali. Relatore, docente e moderatore in corsi e congressi accreditati Ecm.
Caro Matteo, credo che un Congresso crei cose nuove. Un confronto a più voci per rigenerare, in particolare, un tempo interciso dall’esperienza traumatica del Covid e adeguare, ai tempi che viviamo, il rapporto tra Medicina Generale, Ospedaliera e Territoriale.
M) sicuramente crea una maggiore consapevolezza sullo stato delle cose e la prospettiva del tempo futuro caratterizzato da mutazioni epocali veloci e, molto spesso, inattese. Per superare questi momenti bisogna fare gioco di squadra tra le diverse espressioni sanitarie e realizzare il migliore risultato nel rapporto medico-paziente.
C)Ritorna d’attualità la medicina Ippocratica e Greco-romana racchiuse e trasmesse come testimonianza immarcescibile della Alma Mater: la Scuola medica salernitana parla ai Re e agli ultimi della terra. La sua fondazione è una testimonianza di un processo di globalizzazione tra diverse culture… di questa eredità antica nel tempo e presente nel giuramento ippocratico dei medici, cosa resta e resterà nel confronto con una tecnologia invadente e protagonista e quanta umanità potrà sfuggire nel delegare sentimenti ed emozioni all’intelligenza artificiale?.
M) Un timore non privo di reale contenuto. La tecnologia digitale e il dottor Google al quale, molto spesso, e incautamente si rivolgono i nostri pazienti sono mezzi di confusione di massa. Il rapporto medico-paziente va assolutamente, valorizzato e condiviso da medico e paziente. Un rapporto che legge i segni della malattia e del disagio attraverso la compassione e la semeiotica, la diagnosi e la cura . Il paziente va assolutamente inquadrato nell’ottica e nei dettami della Scuola medica della quale siamo eredi “ARS REGIMEN SCIENTIA” .