Raccolta sangue, Campania ultima
27 Febbraio 2019Sembrano lontanissimi i tempi in cui la regione in questo settore aveva raggiunto l’autosufficienza, eppure è sufficiente tornare indietro di poco più di un decennio.
Entro il 2020 l’Italia, così come previsto nel Programma nazionale plasma, dovrebbe liberarsi dalle importazioni del Nord America e diventare autosufficiente. La raccolta plasma relativa al 2018 è risultata, infatti, positiva e, soprattutto, in linea con le previsioni. La buona notizia a livello nazionale si coniuga, purtroppo, con quella negativa a livello locale con la Campania che, negli ultimi anni, ha dilapidato il vantaggio, frutto di un’accorta politica programmatoria, scivolando nell’ultimo posto della classifica. Occorre fare di più in tutto il Paese ed è urgente recuperare a livello regionale.
Per raggiungere l’obiettivo previsto, infatti – avvertono in una nota – il Centro Nazionale Sangue dell’Istituto superiore di sanità, il Civis, coordinamento delle associazioni dei donatori, e l’Associazione Italiana Immunodeficienze Primitive (AIP Onlus), per i cui pazienti i farmaci plasmaderivati sono salvavita, serve un piccolo sforzo di tutti gli attori del sistema. Nell’anno appena passato, sono stati conferiti alle aziende che lavorano il plasma circa 840mila chilogrammi di plasma, 4mila in più rispetto all’anno precedente. Quasi tutte le Regioni sono in linea con gli obiettivi dettati dal Programma, con alcune come le Marche e la Sicilia che li hanno superati. Ha raccolto meno dell’80% di quanto programmato, invece, il Molise. Le Regioni in cui si dona più plasma sono le Marche, il Friuli Venezia Giulia e la Val D’Aosta, che sfiorano o superano i 20 chilogrammi ogni mille abitanti. Più distanti dagli obiettivi, invece la Campania, la Calabria e il Lazio, con le ultime due che però hanno aumentato la raccolta in linea con le richieste.
“I risultati ottenuti dal sistema italiano che, a differenza di quelli di paesi come Usa e Germania, anche per il plasma si basa sulla donazione totalmente volontaria e non remunerata, sono notevoli, e ci permettono di garantire più del 70% del fabbisogno per tutti i plasmaderivati necessari ai pazienti italiani”, commenta Giancarlo Maria Liumbruno, direttore del Centro nazionale sangue. “Per arrivare agli obiettivi del Piano dovremmo aumentare la raccolta di circa 20mila chilogrammi entro il 2020 – aggiunge Liumbruno – uno sforzo che è alla portata del sistema sangue italiano. Basti pensare che i nostri risultati sono ottenuti con 2,1 donazioni di plasma in media l’anno per ogni donatore che effettua questo tipo di donazioni, una cifra largamente inferiore a quella di altri paesi. Per raggiungere i 20 mila chilogrammi in più basterebbe che ogni in centro di raccolta si facessero tre donazioni di plasma in più ogni settimana”
I buoni risultati in fatto di donazioni di plasma dipendono anche dal ruolo attivo del volontariato del sangue. “Lavoriamo insieme al CNS – spiega il coordinatore protempore del CIVIS, Gianpietro Briola – e alle altre istituzioni sanitarie affinché i donatori percepiscano che ogni tipologia di donazione, a seconda delle necessità di programmazione e delle caratteristiche del donatore, è importante per i nostri malati. Per conseguire questi obiettivi, tuttavia, è fondamentale che il sistema trasfusionale sappia organizzarsi in modo efficace, incentivando le aperture pomeridiane e sopperendo a quelle situazioni di carenza di personale che esistono in alcune zone d’Italia”.