Real Bosco di Capodimonte in corso la mostra dedicata a Paolo La Motta
23 Febbraio 2021Nei volti dei figli più fragili del rione Sanità, dipinti e scolpiti nelle opere di Paolo La Motta, artista che vive e lavora nel quartiere, rivive la parte più “carnale” del celebre quartiere napoletano. Grazie alla sua vasta cultura visuale e alla profonda conoscenza della tecnica scultorea e pittorica, Paolo La Motta riesce e cogliere l’anima di questi ragazzi di vita, come direbbe Pasolini, angoscia e speranze, sogni di un’infanzia spesso aspra e quasi sempre troppo breve. Questi volti spiati, amati, rispettati e poi fermati nella terracotta o modellati attraverso una pittura corposa e plastica, saranno esposti nella sezione di arte contemporanea del Museo e Real Bosco di Capodimonte nel corso della mostra Paolo La Motta. Capodimonte incontra la Sanità (dal 18 febbraio al 19 settembre 2021), a cura di Sylvain Bellenger e Maria Tamajo Contarini, promossa e organizzata dal Museo e Real Bosco di Capodimonte in collaborazione con l’associazione Amici di Capodimonte Ets e realizzata grazie al sostegno della Regione Campania, con fondi europei Poc-Programma operativo complementare 2014-2020, su progetto di allestimento dell’architetto Lucio Turchetta e coordinamento di Maria Flavia Lo Regio. L’esposizione si pone in collegamento con l’altra mostra che l’artista ha tenuto al Museo: Incontri sensibili: Paolo La Motta guarda Capodimonte (30 giugno 2018 – 24 febbraio 2019) nell’ambito del ciclo di mostre-focus che ospitano artisti contemporanei in dialogo con la collezione storica di Capodimonte, in una sala dedicata al secondo piano. La Motta è un pittore che testimonia una storia dell’arte che non è solo quella della rottura, appartiene a questa storia discreta che, parallelamente alle avanguardie, si è sempre mantenuta, più sotterranea, distaccata dagli investimenti finanziari e dal pensiero dominante. Una storia che nel XX secolo è stata ben illustrata da Zoran Mušič, Avigdor Arikha, Raymond Mason, Balthus, Lucian Freud, Sam Szafran, e tanti altri ancora, non ripete la pittura di ieri e ci invita ancora a vedere il mondo in modo diverso. Il pittore napoletano raffigura nelle sue opere i ragazzi dei quartieri popolari Stella, Sanità e Vergini con cui organizza i laboratori di scultura all’Istituto Papa Giovanni XXIII. Le loro storie, spesso vicende di disagio perdono la collocazione spazio temporale per diventare archetipi assoluti. E così scorrono davanti ai nostri occhi l’intensità, la curiosità, la malinconia, l’ansia, l’impegno e la serietà e nello stesso tempo i valori plastici della pittura italiana, la materica pittura di Ribera e Mancini e le fluide pennellate di Lucian Freud; ma anche i giovinetti di Gemito e i modellati metamorfici di Augusto Perez, maestro di La Motta, e di Giovanni Tizzano, artista che è una continua fonte di ispirazione per Paolo La Motta.