Regione, raggiunta l’intesa con i medici di famiglia
24 Gennaio 2020Giuseppe Tortora: “È andata bene, abbiamo chiuso l’accordo regionale, appena l’intesa (probabilmente a fine mese) sarà pubblicata sul Burc possiamo dare sviluppo alle Aft”.
L’accordo con i medici di famiglia è stato raggiunto e sottoscritto. Potrebbe rappresentare un’importante novità per i cittadini (governatore De Luca, perché ha fatto trascorrere quasi cinque anni – un’intera legislatura – per “mettere mano” a un’assistenza territoriale che ancora fa acqua?), ma per la sua realizzazione si aspetta un atto ufficiale. La pubblicazione sul Bollettino regionale, il così detto Burc.
I circa novecento medici di famiglia napoletani, insieme con quelli di tutta la Regione, si preparano per la novità e ringraziano. “È andata bene, abbiamo chiuso l’accordo regionale – avverte Giuseppe Tortora attivo rappresentante per il Sumai dei medici di medicina generale – appena l’intesa (probabilmente a fine mese) sarà pubblicata sul bollettino regionale possiamo dare sviluppo alle Aft”.
Cosa sono le Aft, di che si parla? La sigla si riferisce alle “Associazioni funzionali territoriali”, organismi che prevedono la possibilità di aggregazioni dei medici di famiglia in modo da garantire assistenza prolungata sul territorio. Cerchiamo di capire come cambia il lavoro dei camici bianchi.
Le diverse organizzazioni sindacali che hanno partecipato alla trattativa regionale e tra queste Fimmg, Sumai, Smi, Simmg e Snami devono organizzarsi in cooperativa. Individuare un sede, diversa dagli studi dei singoli professionisti, e lì svolgere attività una volta finito il proprio lavoro individuale. “La nostra sede si chiama Kos – chiarisce il dottore Giuseppe Tortora – Kos come il Dio della medicina, come la città in cui nacque Ippocrate. Abbiamo fittato un locale in via Chiaia, di fronte al teatro Sannazaro e siamo in grado di garantire prestazioni specialistiche”.
Per settimane i medici di famiglia hanno seguito corsi di specializzazione in strutture pubbliche – fra queste, per esempio, il Pascale – per completare la propria preparazione. “Chi è andato a lezione è in grado di effettuare spirometrie, elettrocardiogrammi, prevenzione oncologica per patologie – chiarisce ancora Tortora – come quelle del colon retto, della prostata o del seno inviando poi le provette dei prelievi ai laboratori. Il materiale tecnico, le attrezzature, saranno messe a nostra disposizione dalla Regione”.
Un ritocchino economico di circa 200 euro al mese per i medici di famiglia che aderiscono alle Aft, potrebbe rivitalizzare l’attività sanitaria sul territorio. Il presidente della giunta nell’autocelebrarsi durante la presentazione delle ambulanze con telecamere avvenuta nell’ospedale del Mare ha proclamato come “terzo miracolo” sanitario della Campania il patto siglato con i medici di medicina generale. Viva l’ottimismo. Dei dubbi, invece, rimangono. Saverio Annunziata, medico di famiglia e presidente della cooperativa Kos dello Snami si conferma prudente. “L’accordo è stato raggiunto. Ma ora è tutto sulla carta perché l’attivazione delle Associazioni funzionali territoriali dipende dalla creazione della rete Cloud. Ossia di un sistema informatico regionale che dovrebbe permettere a ognuno di noi di essere in contatto telematico con i colleghi e con i Distretti per consultare le cartelle cliniche e trasmettere alle Asl tutta la documentazione. Poi c’è il problema macchinari. Servono attrezzature come ecografi, spirometri elettrocardiogrammi che la Regione dovrà mettere a disposizione di ogni sede di cooperativa. Arriveranno? Spero di sì. Al momento, dopo l’accordo, siamo alle buone intenzioni”.