Reparto chiuso e tutti alla festa
17 Aprile 2019Adesso Francesco Pignatelli primario vascolare (a questo punto ex) dell’Ospedale del mare, rischia il rinvio a giudizio per interruzione di pubblico servizio.
A rendere singolare una vicenda, che si commenta da sola, più di un elemento. A cominciare dalla difesa del “protagonista”: reparto chiuso per carenza di personale. Ma chi lo ha consigliato? Certe documentazioni fotografiche ci rimandano ben altre immagini e quel tentativo di linea difensiva risulta quasi patetico. Avrebbe fatto meglio a dire ho fatto una c.….., avrebbe raccolto senz’altro più simpatie, senza per questo dimenticare che il “fattaccio” è avvenuto in una struttura sanitaria.
La seconda singolarità è data dal fatto che il commento più feroce non giunge dai banchi dell’opposizione in Consiglio regionale ma da quelli della maggioranza.
“Seguiamo la vicenda giudiziaria di Francesco Pignatelli con la massima attenzione dopo aver reso denunciato, nove mesi fa, l’incredibile condotta dell’oramai ex primario dell’Ospedale del Mare – mena vanto il consigliere dei Verdi, Emilio Borrelli – la Asl intervenne, subito dopo la nostra segnalazione, rimuovendolo dall’incarico e successivamente ogni tentativo di reintegro è stato bocciato dalla giustizia amministrativa. Dal punto di vista etico la condanna è stata unanime, ora attendiamo che la giustizia faccia il suo corso”.
Il commento di Borrelli, durissimo, senza appello giunge sulla comunicazione di chiusura indagini notificata all’ex primario dell’Ospedale del Mare che, la notte tra il 6 e il 7 luglio del 2018 serrò le porte del suo reparto, invitando il personale ad una festa privata che aveva organizzato a Pozzuoli. “Le risultanze delle indagini sulla condotta di Pignatelli, stando a quanto scritto da ‘Il Mattino’, determineranno il rinvio a giudizio per interruzione di pubblico servizio – continua il consigliere dei Verdi – e qualora i giudici ne ravvisino la colpevolezza, auspichiamo una punizione esemplare. Chiudere un reparto per una festa è una decisione al di fuori di ogni logica che sottende lo spregio dei diritti dei malati, trasferiti in un altro reparto per permettere a chi avrebbe dovuto curarli di andare a divertirsi. Nessun primario è al di sopra della legge e i reparti non sono una proprietà privata. Una ferma applicazione della legge da parte dei giudici servirà a riaffermare che nessuno ha diritto di sfruttare la propria posizione all’interno di una struttura pubblica per attuare condotte illegittime e lesive dei diritti altrui”.
Il ragionamento non fa una grinza ma che tristezza vedere un personaggio pubblico calarsi nei panni del giustiziere – senza paura e senza processo – e affondare i colpi senza tentennamenti. Vae victis!