Riabilitare con gli amici a 4 zampe
24 Settembre 2019Progetto Asl Salerno ed Autorità penitenziarie per il recupero delle persone recluse, segnatamente quelle con comportamento d’abuso, attraverso l’interazione con animali.
Domani, con inizio alle 10, nella sala convegni della Casa circondariale di Salerno sarà presentato il progetto di recupero dei detenuti attraverso Interventi Assistiti con gli Animali (Iaa), che prevede l’ausilio di cani provenienti dal canile.
All’incontro con la stampa saranno presenti: il direttore della Casa circondariale di Salerno, Rita Romano, il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale per la Regione Campania, Samuele Ciambriello, e il direttore dell’equipe multidisciplinare dipendenze dell’Unità Operativa Tutela Salute Adulti e Minori della Asl Salerno, Antonio Maria Pagano.
Il programma riabilitativo, destinato a fruitori che presentano condotte di tossicodipendenza si prefigge due obiettivi: l’educazione assistita con animali (cani) per i detenuti della Casa circondariale salernitana, persone a rischio di esclusione sociale e la sensibilizzazione sul fenomeno del randagismo. È prevista, infatti, l’utilizzo di cani selezionati in strutture che ospitano randagi, tra cui i canili di Salerno, con l’intento di educarli.
Saranno, di fatto, gli stessi detenuti a formare e sostenere i cani in un percorso di educazione di base.
Il trial mira ad aumentare i livelli di autostima e autoefficacia dei detenuti, che contestualmente impareranno anche tecniche di base per una corretta interazione. Attraverso tale percorso si auspica, anche, di poter aumentare le possibilità di adozione dei cani all’interno di un ambiente familiare.
Principio ispiratore di questa esperienza socio-riabilitativa è la considerazione che la presenza di un animale domestico all’interno di una prigione o di un Istituto di correzione può giocare un ruolo molto importante. In un simile contesto, infatti, la solitudine, la depressione, l’assenza di autostima prendono il sopravvento e causano difficoltà anche nel momento del reinserimento nella società.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra la Direzione del Penitenziario, l’Asl Salerno – equipe multidisciplinare dipendenze della Unità Operativa Tutela Salute Adulti e Minori Area Penale, la Cooperativa Dog Park, il Comune di Salerno, la Facoltà di Veterinaria dell’Università “Federico II” di Napoli e dell’Università di Bari.
L’introduzione di animali in queste realtà si mostra efficace proprio in virtù di meccanismi che tendono a riequilibrare tale situazione di povertà: costituiscono un impegno e un’occupazione, favoriscono le interazioni tra le persone, facilitano il dialogo e la collaborazione, donano affetto e restituiscono fiducia in se stessi nonché possono trasmettere alla società una immagine più positiva del detenuto.
Negli ultimi anni tali misure d’intervento sociale e riabilitativo sono andate sempre più affermandosi, rivelando la loro validità nel recupero di persone a rischio di esclusione sociale attraverso un lavoro con altri esseri viventi in cui utenti di tutte le età e condizioni hanno trovato il loro spazio per svilupparsi e crescere.
Il progetto costituisce il seguito di quello realizzato nel Penitenziario di Eboli nel 2018, vincitore del primo premio nazionale “Persona e Comunità” sull’inserimento sociale, e prevede, al fine di proseguire la ricerca scientifica iniziata ad Eboli, un attento monitoraggio ed una valutazione dell’efficacia, con strumenti validati e standardizzati, sia sui fruitori sia sui cani che parteciperanno.
L’iniziativa sarà presentata al convegno “Carceri e Animali. Il Modello Italiano” organizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Padova il 4 ottobre 2019.